Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
NOVELLA XIX (XX) 237 e da se stesso giustificando la figliuola, accecato da la sua propria passione, fece venire a sé quattro figliuoli che avea, uomini prodi de la persona ed esercitati ne Tarme, e a quelli espressamente commandò che tutti quattro insieme devessero andare a la corte de T imperadore e in publica udienza dimandargli giustizia de la morte de la loro sorella contra il prence Beraldo. Partirono li quattro fratelli, deliberati di ubedire il padre loro con si gran core, come egli con estrema còlerà imposto gli avea e commandato. Il primo di essi fratelli si nominava Terigi, il secondo Enrico, il terzo Corrado e l’ultimo Lodovico. Arrivati che furono questi quattro baroni a la corte, proposero la loro querela a l'imperadore, e menacciavano fieramente il prence Beraldo come assassino de l’imperatrice. L’imperadore grandemente si turbò, parendoli che la morte de la moglie mai non si poteva rammemorare senza vituperio e vergogna di lui. Onde dopo molti proposti e parlamenti, l’imperadore li rispose che non ci era uomo al mondo che in cotale caso de la morte de la lor sorella avesse più interesse che egli, ma che bisognava aver pazienza e non ne far più motto, perciò che quanto più la cosa si moveva tanto più putiva, non si potendo parlar di quella che di più in più non si discoprisse la disonesta e malvagia vita de la lor sorella. Ma per giustificazione del suo nipote il prence Beraldo, che bastava la impudica femina essere stata morta in uno letto ne le braccia del suo adultero; però che non accadeva andare più cercando altra prova. A questa risposta li quattro fratelli, pieni d’ira e di còlerà, crollando il capo e non possendo o non sapendo moderare l’indignazione che gli affocava e commovea for di modo, ¡ratamente risposero che poi che vedevano l’imperadore non li volere fare giustizia, che si metteriano ad ogni rischio per prendere la debita vendetta, non li parendo ragionevole che il prence Beraldo devesse avere si buono mercato del loro sangue. Il conte Rainero, intendendo che l’imperadore non era per fare altro, persuadendosi la figliuola essere a torto ancisa, deliberò per via de la forza vendicarsi, e congregato assai buono numero di cavallaria e fanteria, mandò li quattro suoi figliuoli a guastare il paese de la Sassonia.