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2$6 PARTE QUARTA de’ quali soleva per l’ordinario Pimperadrice giacersi. E volendo il prence picchiar, trovò che l’uscio non era fermato, per tra- scuraggine o de l’imperadrice o de la cameriera. Onde intrato dentro e trovato che gli innamorati, stracchi per lo soverchio macinare, altamente dormivano, si approssimò al letto; e ardendo in camera uno torchietto, vide li dui innamorati l’uno in braccio a l’altro. Onde, pieno di male talento e intrato in còlerà grandissima per la manifesta e vituperosa ingiuria che vedeva fare a l’imperadore suo zio, dal quale tanti beni e tanto di onore giornalmente ricevea, cacciata mano a la spada, di banda in banda passò tutti dui gli sfortunati adulteri, che subito, cosi abbracciati, se ne morirono. Prese poi le sante reliquie che al capo de l’altro letto erano, e a l’imperadore se ne ritornò. Diedeli le reliquie, e poi a quello puntalmente narrò quanto degli adulteri era successo. A cosi fiero e tanto vituperoso an- nonzio l’imperadore quasi stordito restò, ché per buono spazio di tempo non potè formar parola. Sparsesi la nova per la corte de la morte de li due adulteri, e da tutti era lodato il prencipe Beraldo. Indi vennero molti baroni, prencipi e cavalieri dimestici de l’imperadore, e con evidenti ragioni li dimostrarono che il peccato, che cosi disonesta donna avea commesso, meritava molto maggior gastigo e vie più acerba morte di quella che sofferta avea. Era allora l'imperadore in Cologna, tutto pieno di fastidio cosi per l’onta che fatta gli avea la impudica moglie, come anco perché il suo caro nipote era stato l’omicida, parendoli che egli la devea de l’adulterio accusare, acciò che per via de la giustizia fosse publicamente stata punita. Pure altro non si fece. Ora, venuta la nova al conte Rainero, padre de la morta imperadrice, esso conte si pensò di dolore morire, non si potendo persuadere che sua figliuola fosse di tale qualità che carnalemente si fosse sottomessa mai a altro uomo che a l’imperadore. E vinto da l’amore paterno, si imaginò che il prencipe Beraldo fosse stato mortale nemico di essa imperadrice, dubitando forse che ella non li procurasse la disgrazia de l'imperadore, e per questo non l’avesse ancisa, non potendo verificare l’adulterio. Simile pensiero il conte tenendo per buono