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NOVELLA XVII (XVIII) 227 famiglio con li dui suoi cavalli come carrettiero il condusse su la piazza di Ferrara. Quivi giunto, mandò il suo famiglio a chieder al marchese salvocondutto di potergli andare a parlare, perché li faria conoscere che ciò che fatto £vea tutto era stato a profitto di quello. 11 marchese allora, per pigliarsi trastullo del Gonnella e fargli una fiera paura, mandò il bargello a pigliarlo. Si difendeva egli mostrando le sue scritture, con dire che era su quello del signor di Padova. Ma nulla giovandoli cosa che dicesse, fu preso e messo in una oscura prigione e fattogli intendere che si confessasse, perché il marchese volea farli mozzare il capo. Cosi li fu mandato uno sacerdote a confortarlo e udire la confessione di quello. Veggendo lo sfortunato Gonnella la cosa andare da dovero e non da scherzo, e che mai non puoté ottenere grazia di parlare al marchese, fece di necessità vertù, e si dispose a la meglio che seppe a prendere in grado la morte per penitenza de li suoi peccati. Aveva il marchese segretissimamente ordinato che al Gonnella, quando fosse condotto a la giustizia, li fossero bendati gli occhi e che, posto il collo sovra il ceppo, il manegoldo, in vece di troncargli il capo, li riversasse uno secchio di acqua su la testa. Era tutta Ferrara in piazza, e a grandi e piccioli infinitamente doleva la morte del Gonnella. Quivi il povero uomo con gli occhi bendati, miseramente piagnendo e inginocchiato essendo, dimandò perdono a Dio de li suoi peccati, mostrando una grandissima contrizione. Chiese anco perdonanza al marchese, dicendo che per sanarlo l’avea tratto in Po; poi, pregando il popolo che pregasse Dio per l’anima sua, pose il collo su il ceppo. 11 manegoldo allora li riversò il secchio de l’acqua in capo, gridando tutto il popolo misericordia, ché pensava che il secchio fosse la mazza. Tanta fu la estrema paura che il povero e sfortunato Gonnella in quello punto ebbe, che rese l’anima al suo Criatore. Il che conosciuto, fu con generale pianto di tutta Ferrara onorato. Il marchese ordinò che con funebre pompa, con tutta la chieresia di Ferrara, fosse accompagnato a la sepoltura; e tanto dolente de l’occorso caso si dimostrò, che per lungo tempo non puoté consolazione alcuna ricevere già mai. ■ ‘