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222 PARTE QUARTA possendo in quello luogo il suo molino macinare, ebbe, non so come, modo di pagare il mercatante. Pensando poi essere libera e andarsene a casa senza altra pena, il giudice prononziò contra quella una sentenzia: che dal boia su la publica strada le fossero date su il culo ignudo cinquanta buone staffilate. Publicata la sentenzia, il giorno che si esegui concorse mezza Roma a cosi nobile spettacolo. Fu da uno gagliardo sergente levata sovra le spalle, e ne la via publica il boia le alzò li panni in capo e le fece mostrare il colliseo a l'aria, e con uno duro staffile cominciò fieramente a percuoterla su le natiche, di modo che il colliseo, che prima monstrava una candidezza assai viva, in poco di ora tutto si tinse in color sanguigno. Ella, avute si fiere e vergognose battiture, come le furono calate a basso le vestimenta e dal sergente lasciata in libertà, fece come il cane mastino, che, uscendo fora del covile, de la paglia tutto si scuote e se ne va via. Fece ella il medesimo, e ancora che le natiche le dolessero, nondimeno se ne andava verso casa senza mon- strare in viso uno minimo segno di vergogna, come se da uno paio di nozze se ne ritornasse.