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IL BANDELLO
a l’illustrissimo e riverendissimo signore
il signore
federico sanseverino
cardinale de la santa romana Chiesa
salute
Il giudeo, che per opera vostra, signor mio osservandissimo, questi giorni fu battezzato, diceva essersi a la fede nostra convertito, perché vide uno sacerdote con il glorioso nome del signor nostro messer Giesu Cristo aver liberato uno’ povero uomo, che da una legione di demòni lungo tempo era stato oppresso. Onde tra sé considerando questo sacro nome di Giesu, che li giudei cosí disprezzano, essere di tanta vertú, conchiuse ne l’animo suo che li giudei sono in grandissimo errore e tutti perduti, e che in effetto la vera fede è la cristiana; onde, come ha fatto, determinò farsi cristiano. E ragionandosi de la conversione di cotesto ebreo in una onorata compagnia ove io mi ritrovai, assai cose de la vertú di questo sacratissimo nome di Giesu furono dette, al cui suono si inchinano tutti gli spiriti del cielo e gli uomini de la terra, e parimente gli abitatori de 10 inferno, li quali, udendolo nominare, tremano come foglia al vento. Da questo si venne a dire di alcuni miracoli, che con questo salutifero nome fatti si sono, e che si è veduto assai sovente li miracoli avere convertito molti infedeli e li malviventi ridutti a vivere onestissimamente. Era in quella onesta brigata 11 gentilissimo e dotto giovane messer Camillo Gulino, il quale, a proposito de li miracoli che dagli infedeli si vedeno e quelli convertisseno a la vera fede, narrò una mirabile e bella istorietta, la quale fu da me descritta. E pensando io cui, secondo il mio consueto, donare la devessi, voi mi occorreste. Il perché, avendo