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PARTE QUARTA ebbe Gerardo, che in ogni occasione di vendicarsi stava intento, ebbe, dico, da una spia aviso, come ella era per andare a li bagni di Abano. II perché, messo a ordine una compagnia di scelti e valorosi giovani bene armati, andò ad incontrare quelli che Cecilia a li bagni accompagnavano ; e animosamente con impressione grandissima gli assali e per viva forza la donna li rapi. Come l’ebbe in suo potere, lei, gridante mercé e dimandante aita e soccorso, nel mezzo de la publica strada sforzò; e carnalemente di quella prese piacere, non per appetito già di libidine, ma per dispregio degli Eccelini padre e figliuolo, zio e cugino. Questo abominabile fatto di modo irritò e commosse il Balbo e il Monaco Eccelino contra la città padoana, veggendo che in conto nessuno non si erano messi essi padoani a punire cosi grave eccesso da Gerardo commesso, che, prese le armi e cominciato insieme a guerreggiare, diedero principio a una crudelissima guerra e a la distruzione di quasi tutta la provincia de la Marca trivigiana, che oltra il danno di molte di quelle nobilissime città, più di cento popolose ville e castella del paese lungamente afflitte e conquassate, quasi distrutte e sino a’ fondamenti roinate restarono. Oltra questo vi si accrebbe, che Cecilia, ben che incorrotta di animo, nondimeno violata di corpo, fu dal marito repudiata e resa a li propinqui suoi. Il Monaco, poi che ebbe mandata via Cecilia, sposò Aldeida, de la nobile schiatta in Toscana de li Mangoni, allora ne le alpi de l’Apennino molto illustre e potente. Da questo, non so se lo appelli matrimonio, vivendo ancora Cecilia, che era vera moglie, o lo dica adulterio, nacque dentro il ventre de la Aldeida, o vi fu generato, lo soperbo e sceleratissimo terzo Eccelino, che fu la roina di molte città e massimamente di Padoa. Egli in Verona in uno giorno fece tagliar a pezzi con inaudita crudeltà, avendo inteso che Padoa si era rubellata, dodeci millia padoani, che seco avea per ostaggi. E in vero egli fu uno nefandissimo tiranno, che di crudeltà di gran lunga avanzò Falari, Mezenzio, li Dionisi, Caio, Nerone e quanti mai più crudeli tiranni si fossero; e per avere suo padre ricevuta la ingiuria ne la prima moglie da Gerardo, egli sempre ebbe in odio tutti i padoani.