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IL BANDELLO

al magnifico e valoroso cavaliere

il signor

benedetto mondolfo

salute


Era questi di la incomparabile eroina, la signora Elisabetta Gonzaga, giá consorte de la buona memoria del duca Guido Ubaldo di Urbino, alquanto del corpo indisposta; onde, essendo io andato a visitarla, trovai seco la individua sua cognata e compagna, la signora Emilia Pia. E di varie cose insieme ragionando, sowraveniste voi con il dotto e nobilissimo messer Gian Giorgio Trissino, patrizio vicentino, che portò una lettera de la signora Margarita Pia e Sanseverina a la detta signora Emilia sua sorella. Fu il Trissino da la signora duchessa graziosamente raccolto. Indi si intrò a ragionare, non so come, de le tirannie e sconcie cose che Cesare Borgia usò in quel tempo che soggiogò la Romagna e la Marca; e si disse di tante morti quante egli col mezzo del suo crudele ministro Michelotto facea fare, strangolando tanti signori, ben che a la fine esso Michelotto spagnuolo fu in Milano in certa mischia morto, dicendosi che lo scelerato manigoldo avea fatto troppo bella morte, meritando publicamente per mano di boia par suo essere smembrato a brano a brano e dato per cibo a’ cani. La signora duchessa allora, non potendo a grande pena le lagrime contenere, rammemorò, quando tra Arimini e Cesena esso Borgia fece rapire una sua criata, che ella mandava a marito al capitano Carrazio, cui maritata l’avea, come esso Michelotto era capo de la cavalcata e fu cagione di fare morire molte persone di quelle che la sposa a Ravenna, ove il Carrazio avea le stanze, accompagnavano. Molte cose si dissero de le enormi e fierissime crudeltati di esso Cesare Borgia, nominato il duca Valentino, il quale non solamente negli