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i;o PARTE QUARTA approvare lo illecitissimo repudio de la reina Catarina di Ragona sua legittima moglie, si sceleratamente cambiato e scopertosi cosi acerrimo nemico de la catolica e romana Chiesa; di cui, oltra che era cristiano, era ancora giurato tributario per obli- gazioni autentiche de li precedenti regi. Si disse anco di alcuni uomini per dottrina e santità di vita riguardevoli e eccellenti, che crudelissimamente avea come scelerati ladroni e assassini fatti decapitare. Né si tacque come fora de l’isola avea con impietà grandissima cacciati tutti li religiosi, frati mendicanti, monaci e altri servi di messer Domenedio, e roinati tanti monisteri, e distribuite tutte le intrate de li luoghi sacri a chi più de li suoi complici gli era ne l'animo caduto. Egli con sacrilegio inaudito si scriveva « pontefice » del suo regno; avea le sante reliquie e le ossa de li martiri e altri santi gettate a’cani, e dirubati i sacri donari per avanti da li regi e altre persone divote per voti a le chiese consecrati, e proibito sotto gravissime pene che messe e divini uffici più non si celebrassero. Donava a chi più li piaceva li vescovati di sua propria autorità, né più si ricercava alcuna autorità papale, non permettendo che a la corte romana più per veruna cosa si avesse ricorso. Tutti questi sacrilegi, tanto spargimento di sangue umano, la diradicazione de la maggior parte de la nobilità de l’isola, e si crudele e nefanda tirannide da altro procedute non sono che da la insaziabile libidine e disregolatissimo suo appetito di esso Enrico; il quale, gettatasi dopo le spalle la moderatrice de le azioni umane giusta ragione, a sciolte redini a lo sfrenato e concupiscibile senso si era totalemente dato in preda, di modo che, fieramente acciecato, correva ogni ora di male in peggio. Ora di lui tutto questo e altre cose assai in detestazione sua dicendosi, il gentile e dotto messer Geronimo Verità, quando vide che in altri ragionamenti si cominciava a travalicare, con mano accennò che si tacesse, e a proposito del repudiare de le moglieri narrò una breve istorietta, che molto a li circostanti piacque udire. E poi che egli si fu deliberato de la sua narrazione, il gentilissimo e costumato giovane messer Francesco da la Torre, che vicino a voi sedeva, a me rivolto, sorridendo