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142 PARTE QUARTA vano amore quasi hai rinegato. Confidati fermamente, o anima mia, die se tu con la penitenza de li tuoi passati errori a lui ricorrerai, che senza dubbio veruno lo troverai migliore e più amorevole padre, che io non ho saputo trovare buono e leale amico e marito colui per lo quale assai sovente l’aveva offeso. Ahi, Dio mio e creatore mio, che sei il vero e perfetto amore, per la cui grazia Io amore che ho portato al mio consorte punto non ho macchiato di alcuno vizio, se non di troppo amare chi non devea e tenere contra le canoniche leggi il matrimonio celato, io umilmente supplico la pietosa misericordia tua e quello sviscerato tuo amore, che ti fece mandare l’unico tuo figliuolo a prendere carne umana e sofferire morte acerbissima e ignominiosa per salvare la generazione umana, ti prego e riprego, Signore mio, che degni per sola grazia tua ricevere l’anima di colei che, dolente e pentuta di averti offeso e non servati i commandamenti tuoi, si chiama in colpa. Ti resupplico, Signor,' per li meriti del tuo figliuolo, che tu inspiri il mio poco amorevole e a me infedele e ingrato marito a riconoscere Terrore suo che contra me egli ha fatto. — E volendo più oltra dire, la sfortunata dama ¡svenne, di tal maniera in viso cangiata che ras- sembrava a una imagine di candidissimo marmo. Mentre essa faceva cosi dolenti e pietosi rammarichi e, quasi di sé fora, di Carlo si lamentava, esso Carlo, intrando in sala e quivi non veggendo la sua donna, intrò in camera ove il duca passeggiava; il quale, come vide Carlo, pensò molto bene che la sua donna cercava e, accostatosi a lui, pian piano li disse: — Ella è in la sua camera, e mi pare mezza inferma. — Carlo, con licenzia del duca, ne la camera intrò in quello che ella, finito il suo lamento, era per la mortale angoscia ¡svenuta e tramortita. Trovatala di quel modo, Carlo, più morta che viva, for di misura dolente, quella si recò, più soave che puoté, ne le braccia; e amaramente piagnendo disse: —Ahi, signora mia! che accidente strano è cotesto? Volete voi si repentinamente abbandonarci? — L’infelice dama, sentendo la voce del marito che troppo bene conosceva, prese alquanto di vigore, e aperti i languidi occhi, quelli nel viso al marito pietosamente affissando, quasi