Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
9 >30 PARTE QUARTA veleno, poi che più vi fidate di uno vostro mortalissimo nemico che di chi vi ama. Sapete quello che vi ho detto di questo ribaldo di Carlo. — Il duca allora le rispose in questo modo: — Moglie mia cara, non vi pigliate pensiero di tale cosa, perché io vi assicuro che, trovando che Carlo mai abbia fallito, egli ne sarà acerbissimamente gastigato, avendomi, con li maggiori scongiuri che fare si possano, affermato che è innocente. E non vi essendo maggior prova, non testimoniando nessuno contra lui, che potrei io fare? Potria bene essere che egli talora, burlando, avesse detto qualche motto, che voi, come gelosa de l’onore e fama de la vostra onestà, averete interpretato al contrario di quello che egli intendeva dire. Ma non dubitate che, avendo fallito, io noi colga. Egli non potrà uscire di questa nostra città che io noi sappia, perché ci ho posto tante spie a la coda, che non farà passo che io non ne sia avertito. — La duchessa sceleratissima, che in altro non pensava che in la roina di Carlo, e tanto era di stizza e rancore colma che, per cacciar del capo a Carlo dui occhi, a sé volontieri averia permesso che uno le fosse stato cavato, al duca in questa forma rispose: — In buona fede, signore mio, la bontà vostra troppo grande rende vie più malvagia la sceleratezza di questo ribal- done, poi che in lui solo tanta fede avete. E qual maggiore prova, per Dio, volete vedere in uno uomo tale quale egli è, che considerare la vita che egli di continovo, come scaltrito e scelerato che è, ha tenuto e tiene, senza mai essersi potuto vedere uno atto in lui che mostrato si sia amoroso in questa corte di dama né damisella nessuna? Io mi fo a credere, e credetelo anco voi, signore mio, che senza l’alta impresa di essere mio servitore, che scioccamente si aveva fitta in la testa, egli non si saria potuto tanto contenere che qui o altrove non avesse amato e che l'amore suo non si fosse saputo. E quando si vide mai più in cosi buona compagnia uomo che amasse, che tanto solitariamente, quanto fa egli, vivesse? Questo faceva egli perché, parendogli altamente avere collocato il core, si andava pascendo di questa folle e vana speranza; e pensava darmi ad intendere che era fedele e leale amante e che altra che me