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486 PARTE TERZA volta vedova, e tuttavia desiderando d’aver qualche persona che le tenesse compagnia, avendo perciò sempre téma del cognato, che era in Ferrara uomo d’autorità e di molta stima, tanto non si puoté contenere né tanto aver rispetto al cognato, che ella s’innamorò d'un giovine di bassa condizione. Ed avuto il modo di fargli intender l'amore che ella gli portava, vennero in breve a godersi insieme e qualche di perseverarono godendo gioiosamente questi lor amori. Ma ella, che sempre averebbe voluto star sui piaceri, usando poco discretamente questa sua commo- dità, fece di modo che per tutta Ferrara la pratica si divolgò, di tal maniera che senza rispetto veruno se ne parlava per le speziarie e ne le botteghe dei barbieri. Ella, essendo certificata che il cognato lo sapeva e che il suo amante per téma di quello non le voleva più dar orecchie né venir ove ella si fosse, disperata e dolente oltra modo, fece tutto ciò che seppe e puoté per riaver l'amante; ma il tutto fu indarno. Il perché, poi che si vide esser totalmente frustrata del suo desiderio, e da l’altra parte considerando che per Ferrara era mostra a dito e che in tutto aveva l’onore suo perduto — non so da che spirito spirata fosse, ma si può presumere che da buono e santo, — tenne pratica con le monache di Santo Antonio in Ferrara e là dentro monaca si fece; ed anco oggidì vi dimora e, con la vita che adesso fa, emenda gli errori passati, vivendo come si deve da le religiose donne vivere, perciò che assai meglio è pentirsi una volta che non mai. FINE DEL VOLUME QUARTO. ÍNDICE