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i •I7S PARTE TERZA mariti e ad altri si dànno in preda. 11 fallo mio, se fallo è e che mai si risapesse, sempre sarà degno di scusazione. Se io ho marito, egli è tale che, se bene volesse e si mettesse con quante forze ha, non averà mai potere darmi di quei piaceri che communemente noi donne desideriamo e senza cui non è donna che possa lungamente gioiosa vivere. Ché assai meglio sarebbe mangiar meno e vestir mediocremente, e poi trovar il letto ben fornito di ciò che bisogna per trastullo de le donne. Pertanto io provederò a’ casi miei, ed userò ogni diligenza a me possibile, a ciò che biasimo alcuno a mio marito e a me non ne segua. —Su cotai pensieri stette buona pezza l’innamorata giovane, discorrendo la maniera che deveva tenere a dar compimento ai suoi amori, a ciò che messer lo dottore non s’accorgesse che altri maneggiasse i suoi quaderni. Ella aveva una donzella, la quale per l’ordinario dormiva seco in camera. A questa discoperse ella tutta la sua intenzione e il desiderio de lo scolare, e quella indusse a tenerle mano a questa amorosa impresa ed esser leale e segreta. E come ebbe la donzella a’ suoi piaceri disposta, scrisse una lettera a lo scolare di sua mano. In quella gli diceva che, vinta dai bei costumi che in lui vedeva e da l’altre doti che in lui erano, gli voleva tutto il suo bene e che era pronta a fargli ogni piacere, mentre che due cose le ne seguissero. L’una, che questo lor amore si conducesse con ogni secretezza, a ciò che mai nulla se ne sapesse onde potesse nascer infamia o scandalo alcuno. L’altra, che egli non volesse entrar in questo ballo d’amore per fare come molti fanno, i quali, posseduto che hanno l'amore de le loro donne, quelle abbandonano e ad altre nuove imprese si mettono e quante donne veggiono tante ne vogliono, e di nessuna poi si curano. Per questo lo pregava che, secondo che ella s’era messa amar lui per amarlo eternamente, che anco egli il medesimo volesse fare, ed amarla lei di cosi buon core come ella ferventissimamente amava lui. Onde in tutto e per tutto si metteva in poter di lui, ricordandogli che, essendo uomo, gli conveniva aver cura di se stesso e di lei appresso. Gli scrisse anco che ogni volta che vederebbe a la tal banda de la casa ad una finestra pendente