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NOVELLA LV
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immerso. Oramai, per non tenervi più a bada e venir al fatto,
vi dico che io, essendo una volta in Bologna, intesi che nel
tempo che i signori Bentivogli governavano quella magnifica
ed opulenta città fu in essa un gentiluomo dei beni de la for¬
tuna assai ricco, il quale era dottore iureconsolto molto dotto,
e fuor d'ogni misura si mostrava affezionato a la fazione d’essi
signori Bentivogli ; ma era di tanta scelerata vita e di cosi enormi
vizi pieno, che è incredibile cosa a dirlo: di modo che non
solamente in Bologna, ma né anco altrove un tanto scelerato
non si saria trovato già mai. Egli aveva il suo studio pieno di
libri in una camera terrena, ove ai suoi clientoli dava udienza,
e quivi teneva l’imagine del Crocifisso, che forse dagli avi suoi
era stato attaccato. E perché si gabbava di Dio e de’ santi, come
colui che poco gli credeva, fece dipingere a qualche ribaldo
dipintore le gambe del detto Crocifisso con l’assisa o sia livrea
bentivogliesca in gamba, come se Cristo fosse fazioso e parziale.
Onde il ribaldone non si vergognava spesso publicamente dire
che, se Cristo voleva abitare in Bologna, era necessario che por¬
tasse la divisa dei signori Bentivogli. Né solamente era egli
scelerato, ma voleva che le sue sceleratezze e sconcie opera¬
zioni da tutto il mondo si sapessero, e se ne teneva da molto
più. Se intendeva talora alcuno aver lite con poca ragione e
che dagli altri dottori, uomini da bene, era essortato a lasciar
cotal litigio o di cercar di comporsi col suo avversario, egli più
volentieri simili liti pigliava che le giuste e liquide, e con sue
gherminelle e inganni, de’ quali n’era divizioso, menava di
modo la lite a la lunga, che ben sovente colui che ragione
aveva, dal fastidio del piatire vinto, si componeva. Se poi al¬
cuna volta avveniva che qualche suo parente o amico lo ripren¬
desse e garrisse di cosa che sceleratamente fatta avesse, egli
se ne rideva, e scherzando diceva loro che avevano buon tempo
e che erano uomini fatti a l’antica e non si sapevano gover¬
nare, di modo che tuttavia se n’andava di male in peggio.
Onde, avendo una volta tra l’altre in una lite di grandissima
importanza usate certe sue baratterie, falsificate alcune scritture
e produtti testimoni falsi, fu a gran pericolo de la vita. Alora
M. Bandhi-lo, Novelle.
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