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NOVELLA LV
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i predicatori, a ciò che c’ insegnino suso i pergami la buona
e dritta via di vivere cristianamente, e che riprendino e vitu¬
perino le operazioni malvagie e che fuor di ragione si fanno.
Ma l'insegnar il modo e la via che una perversa e da Dio
e dal mondo vietata cosa si faccia, è nel vero ufficio diabolico
e consèquentemente meritevole d’eterno biasimo e di vituperio
immortale. Egli è pur troppo, miseri noi! la condizione de la
debole e fragilissima natura umana inclinata e pronta al vizio,
senza che abbia maestri che ce lo insegnino; ove con una gran
difficultà e fatica e lunghezza di tempo il bene se le insegna,
e tutto il di ci convien tener rinfrescata la memoria del ben
operare e con gran pena l’uomo si può tener dritto. Io non
posso nel vero se non ammirare, lodare e commendare l’acu¬
tezza de l’ingegno del Macchiavelli; ma desidero in lui un ot¬
timo giudicio e vorrei che fosse stato alquanto più parco e
ritenuto e non cosi facile ad insegnar molte cose triste e mal¬
vagie, de le quali molto leggermente se ne poteva e deveva
passare, tacendole e non mostrandole altrui, come fa in diversi
luoghi. Ora io non voglio già, secondo che egli ha discorso in
parte 1’¡storico padovano ed instituito un prencipe, discorrere
i suoi Discorsi e meno instituir lui, che non so se viva o sia
morto. Ben dirò a proposito di quanto egli ha scritto in quel
vigesimo settimo capo del suo primo libro dei Discorsi, che
a me non può entrar nel capo né so come sia possibile che
uno possa esser onoratamente tristo e far una sceleraggine,
che da’ buoni sia reputata onorevole. Meno anco so come Gian
Paolo Baglione, che il Macchiavelli noma nel predetto capo fa¬
cinoroso, incesto e publico parricida, devesse esser da uomini
di sano giudicio stimato leale, fedele e buono in opprimendo
un suo signore del quale era vassallo, e non solamente che
gli era signore, ma che era de la santa romana Chiesa capo
e sommo pontefice e in terra vicario del nostro Redentore mes-
ser Giesu Cristo. Medesimamente, che si poteva di lui dire,
se opprimeva e dirubava tanti cardinali, tanti vescovi ed altri
prelati ecclesiastici, coi quali nulla aveva che fare? Sarebbe
egli stato onoratamente tristo? Invero io mi crederei che non
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