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39S PARTE TERZA per cacciar Lorenzo de’ Medici di Firenze. La fama de le vertù e rare doti di Loren/.o era chiarissima in tutta Europa. Ora, veggendo Lorenzo che a le forze ragonesi non poteva resistere, andato a Livorno, montò suso un bergamino e dritto a Napoli se ne navigò, e presentossi dinanzi a Ferrando. 11 re, meravigliatosi di tanta fiducia e a la grandezza d’animo ed altre vertù di Lorenzo pensando, raccolse quello non come nemico ma come parente e fratello. E rivocato l’essercito, fece lega ed unione con Lorenzo, il quale con gloria grandissima a Firenze se ne ritornò. Onde in effetto si può conchiudere che la vertù sempre fa riguardevole l’uomo che a quella s'appiglia. — Alora messer Dionisio Corio disse: — Signori miei, io a questo proposito vo' narrarvi quale e quanto sia il valore de la vertù, e parlerò dei tempi nostri. — Onde, fatto silenzio, narrò una bella istorietta degna di memoria. E perché non è molto che, essendo io con voi e con la signora Giovanna Sanseverina vostra consorte al luogo vostro di Misocco vicino a Milano a desinare, vi promisi darvi una de le mie novelle, questa ora vi mando e dono. State sano. NOVELLA XLV Il duca Galeazzo Sforza fa suo consegliero il Cagnuola, conosciutolo giusto e saldo nei giudici. Galeazzo Sforza, figliuolo di quel glorioso Francesco duca di Milano che per propria vertù e valore, con l’arme in mano, s’acquistò questo ducato, fu prencipe che ebbe di molte e molte buone parti, e sempre onoratamente e con grandissima riputazione di tutti i prencipi cristiani mantenne il suo dominio. Vero è che fu tanto dedito ed amoroso di donne, che per cagione di quelle fece molti stracolli e cose molto mal pensate. Né solamente amò egli una donna e a quella s’attenne, come talora fanno alcuni prencipi, ma in un medesimo tempo n’amò molte, come la diversità di tanti figliuoli bastardi e figliuole, che lasciò dopo sé e che sono da diverse madri proceduti, fa piena fede; perciò che, come ciascuno di voi sa, ancor oggidì più di tre