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3<>.| PARTE TERZA NOVELLA XXXIX Don Giovanili Emanuel ammazza selle mori ed entra nel serraglio dei lioni c ne esce salvo per amor di donna. Don Giovanni Emanuel fu cavaliero molto nobile ed appo il re Ferrando e la famosa reina Isabella, i quali acquistarono il reame di Granata, di grande stima e molto da loro amato. Era egli innamorato d’una damigella de la reina e le faceva una gran servitù, armeggiando per lei ed altre cavallerie facendo, come sogliono tutto il di questi giovini cavalieri per le loro innamorate fare. Ma ella mostrava assai poco gradire la servitù di don Giovanni, o che ella fosse di qualche altro cavaliero innamorata, o che don Giovanni non le piacesse, o che altro se ne fosse cagione. Era don Giovanni molto altero, prode de la sua persona, liberale, magnifico, cortese, gentile, umano, ma non molto bello e di statura mediocre. Egli, veggendo la sua servitù non esser grata a colei che sovra ogni cosa amava, si trovava il più mal contento cavaliero che fosse nei regni di Spagna, e tutto il di mai non cessava supplicar la sua donna che degnasse accettarlo per servidore e comandargli e far prova di lui, a fine che ella si potesse certificare che egli sovra tutte le donne del mondo la riveriva ed amava. Leonora — che cosi la damigella si chiamava, — o per levarsi questa seccaggine de le spalle o pur per far prova de l’amore e fede di don Giovanni, gli disse: — Cavaliero, io non posso cosi di leggero credere che voi tanto mi amiate quanto tutto il di mi dite, perciò che voi uomini sapete troppo ben dire la vostra ragione e molte volte per ingannar le semplici donne fingete ferventissimamente amare ed ardere in mezzo a grandissime fiamme, e nondimeno séte più freddi che gelata neve e punto non amate. Ond' io assai dubito che voi non siate uno di quelli che tante n’amano quante ogni di ne vedono, e vor- riano ognora cangiar pasto. Egli sarà meglio che voi vi troviate in questa corte un’altra damigella che vi creda, perché io, a dirvi il vero, non sono molto disposta a darvi cosi facil credenza. — Don Giovanni, sentendo cotali ragionamenti, che tutti gli erano