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NOVELLA XX XVIII 357 vostra camera su gli occhi. Onde andai a mutarmi e vestirmi del modo che vedete, e col favore de la veste sono entrato. Per questo mi sarebbe paruto commetter errore, se io non l'avessi fatto onore e ringraziata del beneficio da lei ricevuto. — Ora mi potreste dire, padre mio osservandissimo, a qual fine io v’ho narrato queste istorie. Dirollovi, per venir a la mia novella. E’ si suoi dire che « chi Dio fece bello non fece povero ». I lombardi poi dicono: «Vestisi un pai, che parrà un Cardinal». E certamente Tesser bello di corpo e ben vestito apportano grandezza ed accrescono la riputazione, cosi come per lo contrario la bruttezza e l’abito fanno talora disprezzare le persone di grado e qualità. Il che manifestamente apparve questi di, come ci narrò ben a lungo fra Gian Battista Cavriuolo, contando una novella che al Peretto a Modena avvenne. La quale, perché mi parve per molti rispetti degna di memoria, avendola scritta, a voi la dono, che tanto séte fuor di cascar nel pericolo del Peretto, quanto che la natura v’ha dotato d'aspetto graziosissimo, di consuetudine affabile e dilettevole, e di buone lettere greche e latine quanto altro che ci sia, ché de la filosofia e teologia non parlerò, avendo voi in queste facultà pochi pari. State sano. NOVELLA XXXVIII Il Perette mantovano essendo in Modena è da le donne per giudeo beffato per la sua poca ed abietta presenza. Essendo la stagione, per gli estremi caldi che fanno, alquanto agli uomini noiosa, poi che s’è sodisfatto al culto divino, non mi par disdicevole con qualche onesto e piacevol ragionamento passar quest’ora del giorno favoleggiando, sapendo che i piacevoli parlamenti hanno non picciola forza a sollevar la noia de la mente ed anco d’alleggerir i fastidi del corpo. Sapete, padri miei onorandi, che del mille cinquecento venti fu celebrato il capitolo generale de la congregazione nostra, molto solenne e con sodisfazione grandissima di chiunque vi fu, ne la piacevole città di Modena, ove quel popolo con infiniti segni dimostrò la