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302 PARTE TERZA avvenuto tra Tizio e Sempronio, poi che messer Antonio Curzio ebbe ciottamente in favore dei Grassi detto circa due ore, domine Necessitas si levò e, presa licenza dal signor Galeazzo, come si costuma, di parlare, cominciò a dire: — Signore, in questa materia criminale che verte tra Tizio per una parte e Sempronio per l’altra, la ragione civile dispone che Sempronio sia e che Tizio abbia. — E mai non seppe uscire di Tizio e Sempronio, di modo che, risolvendosi tutto l'auditorio in riso, la cosa, che era criminale e grave, divenne ridicola e per quel di fu messa in silenzio. E narrando io questa facezia a Genova, ove erano molte persone, messer Speraindio Palmaro, uomo di memoria tenacissima e di grande esperienza, narrò un caso avvenuto ad un religioso che predicava, ove si vede chiaramente che uno picciolo motto rende le cose di grandissima riputazione ridicole. Ora avendo io questa cosa scritta secondo che egli la narrò e al numero de le mie novelle aggiunta, quella vi mando e dono, la quale anco sarà commune a vostro fratello messer Andrea, che oggidì ne l’Accademia ticinese, tra i filosofi e i medici leggendo, disputando e curando, tiene onoratissimo luogo, essendo voi da l’altra parte tra i dottori di leggi uno Scevola, un Paolo ed uno Ulpiano. State sano. NOVELLA XXVIII Fra Michele da Carcano predicando in Firenze è beffato da un fanciullo con un pronto detto. Non sono ancora molti anni che tutta Italia era in arme e tumulti. Il duca Galeazzo Sforza era stato in Milano nel mezzo de la chiesa di Santo Stefano da Andrea Lampognano e suoi consci morto, per la cui morte tutto quel ducato andò sosso- pra, tirando la duchessa moglie del morto duca le cose con Cecco Simonetta ad un modo, e Lodovico Sforza con Roberto Sanseverino facendo ogni sforzo per levar il governo de le mani a Cecco. Ferrando re di Napoli teneva Alfonso duca di Calabria suo figliuolo con grosso essercito contra fiorentini, e i veneziani s’apparecchiavano cacciare Ercole da Este del ducato di