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NOVELLA XXIV 287 nemico ferito, si ritirò e medesimamente voleva che la giovane si ritirasse; ma il tutto era indarno. Ella gli diede tante ferite che lo uccise; il che parve a’ circonstanti, che il romore quivi tratti aveva, una cosa miracolosa, e veggendo ciò che con gli occhi propri vedevano, si credevano insognarsi. Ed ecco in questo che sovragiunse uno dei bargelli del capitano di giustizia, il quale, trovato il sergente de la corte morto e veduto il giovine e la sorella con l’armi ancora in mano, fece prendere il giovine per menarlo a la corte. Ma la fanciulla, che per la mischia era tutta affocata come un ardente carbone, veggendo menar il fratello in prigione, fattasi innanzi al bargello, animosamente gli disse: — Signore, se io con questa spada ho ammazzato questo traditore che voleva ancidere mio fratello, se nessuno deve esser punito, io merto la punizione. Ma non penso che difendendoci debbiamo meritare pena alcuna. — Il bargello, non si potendo imaginare che una giovane avesse fatto questo omicidio né altro ricercando, poi che il giovine preso nulla diceva, condusse il prigionero a la corte. Il caso fu fatto intendere al molto cortese e da bene signor Alessandro Bentìvoglio, il quale, del tutto pienamente informato, ebbe modo di far metter in luogo sicuro la giovane, che Bianca si domandava, a ciò non venisse a le mani de la giustizia. E volendo il capitano di giustizia far il processo contra Gioan Antonio, il signor Alessandro prese a diffenderlo con la ragione. E fatti essaminare molti testimoni, si trovò che il giovine non era in colpa de la morte del sergente, anzi fu provato ch'egli s'era affaticato pur assai per levar la sorella da l'impresa, di modo che egli fu assolto ed usci di prigione. Si attese poi a la salvezza de la donna, e la cosa andò si bene, che si provò che ciò che ella fatto aveva il tutto era stato a sua diffesa, onde anco ella rimase libera. Che direte voi qui, bellissime donne? parvi che questa garzona meriti d’esser lodata? Veramente se un uomo de l’età di questa fanciulla avesse fatto un simil ufficio per aiutare un compagno, uno amico o parente suo, tutti gli uomini lo predicarebbero e lo cacciarebbero fin a le stelle. Questa gio- vanetta, per essere di nazione infima e perché è donna, 11011