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26o PARTE TERZA Vittore non v’era uomo che non sapesse il padrone loro esser de la moglie di Ferrando innamorato e goder i suoi amori. Gli uomini poi e donne di Filippa lo conoscevano chiaramente, e nessuno perciò ardiva farne motto a Ferrando, conoscendolo che ne Taltre cose essendo avveduto e saggio, in questo era poco avvisto, ché dava troppo fede a la moglie, come in molte città d’Italia fanno ordinariamente quasi tutti i mariti. Era del mese di maggio, che il caldo suole molte fiate stranamente crescere; e nel vero quell'anno cominciò l’aria ad esser molto calda, e se altrove il caldo è fervente, in Milano è egli a simile stagione ferventissimo. Ora cominciò madonna Filippa tutta la notte a dimenarsi per il letto e mormorare del gran caldo che faceva, che non la lasciava né dormire né riposare. Il marito, veggendo questi rammarichi de la moglie, disse: — lo non sento già cosi gran caldo come dici che senti, ma per accomodarti io farò porre in un lato de la camera il mio letto da campo e ti lascerò dormir sola. — Veggendo ella che il suo disegno cominciava a riuscire: — E’ si può — disse — fare ciò che voi volete. — Conosceva la donna il suo marito esser il più pauroso uomo del mondo e che d’ogni minimo strepito che sentisse la notte moriva di paura, né averebbe avuto ardire la notte andar per casa se non era ben accompagnato e col lume; ed oltra questo, come si parlava di morti o che in qualche luogo si fossero sentiti spiriti, stava dui o tre di che non era, d’estrema paura che aveva, su la sua. Onde la donna, avendo corrotti tre dei più arditi servidori di casa e medesimamente alcune de le donne, e l’animo suo communicato con l’amante, si dispose di far un’alta beffa al marito. L’amante, intesa la volontà de la sua innamorata e parendogli che di leggero poteva venir fatto che comodissimamente ogni notte egli con lei si giacerebbe, mandò per un buon compagno che di lungo tempo conosceva, il quale sapeva meglio contrafar la voce di molti augelli e di molti altri animali che altro che si sapesse, e lo fece venire in casa sua. E perché in Milano non era conosciuto, gli impose che in modo alcuno non facesse verso d’augello né di bestia. Aveva la buona moglie fatto contrafare tutte le chiavi che le parvero esser di