Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
NOVELLA XI.VII 21 chiesa andava, egli la seguitava; se sola in carretta od in compagnia d’altre gentildonne per la città andava a diporto, egli dietro le era; di modo che chi orbo non era, avvedere di leggero si poteva da qual tarantola Simpliciano fosse morso. Veg- gendo la gentildonna questo fastidioso 'fistolo andar di male in [leggio ed avendo dubio che per altra via non pervenisse a l’orecchie del marito, deliberò d’esser quella che la trama del giovine innamorato gli manifestasse; onde una notte in letto, con lui di varie cose parlando, cosi gli disse: — Marito mio caro, io vi vo’ dire una cosa che mi pare di non poca importanza, ma vi piacerà prima di darmi la fede vostra di proveder a quanto vi dirò senza venir a l’arme, perciò che io mi do a credere che facilmente senza scandalo saperete e potrete dargli oportuno rimedio. — Promise il marito di fare quanto ella voleva. Il perché madonna Penelope — ché cosi nominaremo la donna, — fattasi da capo, narrò puntalmente al marito l’amoraccio di ser Simpliciano. Come egli ebbe intesa questa istoria, tra sé subito pensò il rimedio che far voleva e lo disse ridendo a la moglie; e le impose che come prima vedeva l’amante, cominciasse a dar principio a la comedia. Madonna Penelope, lieta d’aver trovato il marito in buona disposizione, parendole che la cosa riuscirebbe in riso, senza spargimento di sangue, e che non si verrebbe a pericoli d’esser bandito e perder i beni, come il di seguente essendo a la finestra1 vide per la contrada passar l’amante, cosi contra il suo consueto cominciò a fargli un buon viso e mostrò di vederlo volentieri. Simpliciano, che mai si buona vista da la donna ricevuta non aveva, cominciò per gioia a gongolare e non capeva ne la pelle; onde, data una volta, ritornò di nuovo ne la contrada. Il che avendosi madonna Penelope imaginato, scese a basso e andò in porta. Come il giovine la vide, arrivato ove ella era, amorevolmente la salutò. Ella tutta ridente lo risalutò e gli disse che per cento mila volte egli fosse il ben venuto. Stava il buon Simpliciano tutto fuor di sé e non sapeva formar parola, fisamente la sua donna guardando in viso. Ella alora, tratto un gran sospiro, in questa guisa gli parlò: — Io porto ferma openione, signor mio dolcissimo,