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NOVKI.I.A XVII 227 e crudelissima donna, conchiudendogli che non ritrovando altro rimedio egli di doglia e soverchia pena se ne moriva. Lo spo- letino, udendo la cagione del male di messer Filiberto, a cui egli voleva un grandissimo bene, gli disse: — Filiberto, lascia far a me, ch’io troverò modo che tu parlerai a costei a tuo agio. — Io non vo’ altro — rispose l’infermo, — che se io ho questo, e' mi dà l’animo d’indurla che di me ella averà pietà. Ma come farai? ch’io ci ho speso gran fatica, l’ho mandati messi, ricchi doni, promesse grandissime, e nulla mai ho potuto ottenere. —Attendi pur — soggiunse lo spoletino — a guarire, e del rimanente a me la cura lascierai. — Con questa promessa Filiberto se ne rimase tanto contento che in breve si senti meravigliosamente megliorare e indi a pochi giorni se n’usci del letto. Sono tutti gli spoletini, come sapete, grandissimi cicalatoli, e vanno per tutta Italia quasi ordinariamente cogliendo l'elemosine del barone messer santo Antonio, ché sono onnipotenti nel favellare, audaci e pronti, e mai non si lasciano mancar soggetto di ragionare, e sono mirabilissimi persuasori di tutto quello che loro entra in capo di voler suadere. La maggior parte anco di quelli che vanno ciurmando i semplici uomini, dando loro la grazia di san Paolo e portando bisce, serpentelli ed aspidi sordi e facendo simil mestiero e cantando su per le piazze, sono spoletini. Era adunque l’amico di messer Filiberto di questa nazione, e forse a’ giorni suoi s’era trovato su tre paia di piazze a vender polve di fava per unguento da rogna. Egli veggendo messer Filiberto guarito, non si scordando la promessa che fatta gli aveva, ebbe modo di trovar uno di quelli che, con una cesta legata al collo e pendente sotto il braccio sinistro, vanno per la contrada gridando e vendendo nastri, ditali, spilletti, cordoni, bindelli, corone di paternostri e altre simili cosette da donne. Convenutosi adunque con costui e fattolo restar contento, prese i panni di lui ed il canestro, e vestitosi in abito di tal venditore se n’andò ne la contrada ove era la casa di madonna Zilia, e quivi cominciò, passeggiando, a gridare come si suole. Madonna Zilia, udendo la voce e bisognandole alcuni veli, lo fece chiamar in casa. Egli, veggendo che il suo avviso gli riusciva, entrò