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NO VELI. A VI 169 dei beni de la fortuna ben dotato, il quale aveva una bellissima moglie. Egli viveva in casa molto splendidamente e teneva di molti servidori e si dilettava forte del giuoco. Tra i servidori ce ne fu uno assai appariscente, il quale, a tutte l’ore veggendo la bellezza de la moglie del suo padrone, se ne invaghi di modo che in breve tempo s'accorse d’aver perduta la sua cara libertà. Pensando poi in qual maniera potesse pervenire al suo desiderato fine e molte vie e modi minutamente tra sé ravvolgendo, né gli parendo di trovar ispediente veruno buono per goder del suo amore, miseramente ne le cocenti fiamme del suo si fervente amore si consumava. Non ardiva l’impaniato giovine a commu- nicar questa sua acerba passione con persona, e meno era oso di scoprirsi a la sua donna; il che fuor di misura accresceva la sua pena, non la potendo a modo veruno sfogare. E quanto meno sperava tanto più il desio cresceva. Deliberò adunque la sua donna, in quanto poteva, servire, altra consolazione o conforto non sentendo che pascer gli occhi de l’amata vista. Cosi attendeva a servirla con quella diligenza e prestezza che sapeva la maggiore. La donna, che lo vedeva si pronto e assiduo al suo servigio, l’aveva molto più caro che altro servidore che in casa fosse, più oltre perciò 11011 pensando. Onde come voleva servigio alcuno, a lui sempre lo commetteva, trovandosi molto meglio da quello sodisfatta che da nessun altro. Egli, che si accorgeva di cotali favori, mirabilmente se ne contentava. 11 marito de la donna, come già v’ho detto, si dilettava molto del giuoco e spesso i suoi compagni teneva seco a mangiare e da loro anco era banchettato, e soleva bene spesso, quando fuor di casa cenava, non ritornare sino dopo mezza notte e talora più tardi assai. La moglie alcuna volta l’attendeva e talora, quando si sentiva sonno, si corcava. Avvenne una sera che il marito fu a cena altrove, come era suo consueto. La donna, poi che ella ebbe cenato, non ¡stette molto che vinta da la gravezza del sonno s’andò a dormire e nel letto si corcò. L’innamorato servidore, che in casa era e la donna aveva a la camera accompagnata, sapendo che il padrone non tornería cosi tosto, perché al banchetto ove era ito si recitavano alcune farse,