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148 PARTE TERZA che la buona femina gli diede una decina di ducati. Ma si tosto egli non gli ebbe in mano che tutti se gli giocò e, come tanti altri, andarono in Persia. Questo come la zia intese, totalmente tra sé determinò, e glielo fece intendere, che pili da lei non isperasse d’aver un danaro. Andava nondimeno Pietro spesso a visitarla con speme pure di cavarne alcuna cosa, e fingeva sempre che ci fossero mille bisogni per la casa; ma egli cantava a’ sordi e seminava in arena, perché la zia s’aveva fitto in capo di non voler più dargli danari poi che egli dal gioco non si voleva astenere, anzi si avvezzo ci era che averia giocato la parte sua del sole. Ora veggendo egli che indarno s’affaticava né sapendo che altro modo usare per aver danari, si trovava molto di mala voglia né sapeva ove dar del capo, parendogli che, essendo vivo e non giocando, egli fosse assai peggio che morto. Cosi tutto di mala voglia, mille tra sé pensieri facendo e nessuno trovandone che gli recasse profitto per poter ricuperar danari e giocare, viveva in pessima contentezza né sapeva che farsi. Ora vedete, signori miei, ciò che fa questo malvagio giuoco e dove conduce assai volte i suoi seguaci, e a che strabocchevole ed enorme misfatto si reca l'uomo per l’ingordigia e disordinato appetito, o bene o male che sia, per poter aver danari da mantenersi sul giuoco. Poi che Pietro non si seppe risolvere a via veruna che atta fosse a fargli imborsare argento, a la fine accecato dal disordinatissimo suo desiderio e perversa voluntà, gli cadde ne l'animo che saria ben fatto, avvenissene ciò che si volesse, d’ancidere questa sua zia e rubarle tutti i danari ed altri ori ed argenti che ella aveva. Né solo deliberò svenar lei, ma ammazzare anco tutti quelli di casa. Fatta questa malvagia deliberazione e parendogli non poter commodamente per sé solo essequire cotal sceleratezza, scoperse l’animo suo a Giovan Nasone, uomo di malissima vita e villano di quelli de la villa de le Gambarare, ove assai ce ne sono che per ogni minimo prezzo gli par di trionfare ad assassinare, spogliare e strozzare uomini, ché tal è la fama loro. Il Nasone non si fece troppo pregare, e tanto meno i preghi furono di bisogno quanto che Pietro gli offerse di donar per cotesta opera cento ducati