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6 PARTE SECONDA riguardo che l'infelice Mosè era sin da fanciullo seco nodrito e che comandato gli aveva che strangolasse Tursino. Lieta la donna del ricevuto dono e colma d’ira, con un coltello che a lato aveva, a la presenza di Maometto cominciò a svenar il misero Mosè, il quale chiedeva con lagrimose voci aita e mercé al suo signore. Ella col coltello avendolo in più luoghi ferito e lacerato, al fine nel core fieramente lo trafisse. Dapoi apertogli il destro lato, gli cavò il fegato e gittatolo per esca a’ cani, alquanto la dolente donna s’acquetò. Stette sempre Maometto presente e tacito a si fiero spettacolo. Fatto poi pigliar il corpo di Tur- sino, quello insieme con Amurato suo padre con funebre e regia pompa fece sepellire, facendolo portar a la sepoltura in braccio al padre. Aveva Amurato un’altra moglie, figliuola di Sponderbeo, nobile e ricco signore: da questa ebbe un figliuolo nomato Calapino, che era di sei mesi quando Amurato mori, e prima che morisse, molto a Cali bascià Io raccomandò. Cali, convenutosi con la madre, ebbe modo d’aver un figliuolino de la medesima età del vero Calapino, e prima mandato Calapino a Costantinopoli, offerse a Maometto il suppositizio e finto Calapino. Maometto, creduto che fosse il fratello, subito lo fece strangolare e poi onoratamente sepellire. Il vero Calapino al tempo de l'assedio di Costantinopoli fu certamente condotto a Vinegia, e poi ad instanzia di Calisto sommo pontefice menato a Roma e tenuto molto tempo in palazzo. A la fine convertito a la fede nostra, si battezzò e gli fu posto nome Calisto Otto- manno. Morto papa Calisto, egli si ridusse ne la Magna sotto l’ombra di Federico terzo imperadore, dal quale fu graziosamente ricevuto e di buone rendite provisto, e sempre dimorò in Austria a Vienna. Fu uomo molto quieto e ne le lettere greche assai ammaestrato e ne le latine. Ed essendo già vecchio, prese per moglie una bellissima e nobilissima giovane di Hohenfel ; ma devendo far le nozze, infermò e mori e fu sepolto in Vienna. La giovane non si volendo più maritare, entrò in un monastero e si fece monaca. Ma tornando a le crudeltà di Maometto, non contento il perfido tiranno de le morti dei fratelli e d’un suo compagno nodrito seco fin da la fanciullezza, avendo fermato