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NOVELLA XXI 67 mondo come prima per specchio d’onestà ti riverisca ed onori, attendi a conservar la vita e deponi questi pensieri malinconici, il che facendo e te da la non meritata pena ed immatura morte e noi da eterno cordoglio libererai. — Questo detto, Collatino si tacque. Lucrezia veggendo che il marito taceva e più oltra non ragionava, fatto buon viso e rasciugati i begli occhi che di lagrime erano pregni, valorosamente al marito e a tutti quelli che presenti erano disse: — Non vogliate, padre mio onoratissimo e tu agli occhi miei più che la luce stessa caro, diletto marito mio, e voi parenti miei dolcissimi, vietarmi che io me stessa uccida, perciò che se l’innocente anima col ferro da queste macchiate membra non caccerò, che io più tosto abbia disiato l'infamia schifare che la morte, appo il volgo fede non acquisterò già mai. E chi crederà che il ribaldo e scelerato Tarquinio col minacciar di mettermi uno svenato servo a canto spaventata m’abbia e che io, che la morte non rifiutava, da quel timore fossi vinta, se ora esser cosi animosamente non provo? Rimarrà, oimè, una disonestissima macchia d’eterna infamia al nome mio e tale che non si potrà tor via. Mai sempre dirassi più tosto Lucrezia aver voluto adultera vivere che intatta e pudica morire. Non vedete voi che me non a la vita ma al vituperio conservar cercate? Attendete pur a la vendetta e fate che l’altre sicuramente possano dormire, e a me non vietate far quello che meritevolmente son tenuta d’essequire. Pigliate l’arme valorosamente in mano, a ciò che la sfrenata lussuria s’affreni e più avanti non passi, ché se tepidamente a questa impresa vi metterete, non solamente ne la lontananza dei lor mariti saranno le sciagurate donne violate, ma negli occhi d'essi consorti; e negli abbracciamenti loro vederete questi temerari e libidinosi giovini far de le donne romane quello strazio che gli adirati e crudeli nemici, quando una città per forza prendeno, sono consueti di fare, non avendo rispetto né a luogo né a sesso né ad età. E per Dio, qual donna più si potrà assicurare, se Lucrezia sforzatamente violata si vede? Ma dimmi tu, caro marito mio, come potrai meco con buon core già mai giacerti, pensando che non la tua moglie, ma una bagascia di Tarquinio a lato