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NOVELLA XLIV 465 dei suoi amori, essendone già per nascer il desiato frutto, dopo tante fatiche e tante afflizioni di mente e di corpo, le fosse stato disperso e guasto il fiore e levata ogni speranza che più potesse cogliere il frutto già mai. L’Appiano e la Giulia a la meglio che potevano la confortavano, dicendole che esser non poteva che don Giovanni non venisse a trovarla a Turino; ma ella non era capace di ricever consolazione alcuna, tanto a dentro la malinconia era penetrata. Tuttavia per non dar sospetto di veruna cosa al marito e al re suo fratello, lieta fuori via si mostrava, celando quanto più poteva le acerbissime sue passioni. Stettero alquanti di in Inghilterra, ove il re non lasciò cosa alcuna a fare che al cognato ed a la sorella potesse esser di piacere e d’onore. Non volle il duca, da la lunga navigazione fastidito, tornare per il viaggio che prima fatto aveva, ma deliberò di passar a Cales e per la Francia tornar al suo stato. Il re a la sorella, prima che si partisse, donò un ricchissimo diamante di valuta di più di cento milia ducati. Partendosi adunque d’Inghilterra il duca e la duchessa, navigarono a Cales, e rimandate le navi indietro, avendo già fatta provigione di cavalcature, vennero a Parigi, ove dal re cristianissimo furono lietamente ricevuti ed onorati, massimamente che il duca sa- voino era capitan generale del re. Indi poi andarono in Savoia, ove dimorati alcuni di, passarono l’Alpi e pervennero a Turino. Era la duchessa fuor di modo dolente e tanto più cresceva il suo dolore, quanto che manifestamente non lo poteva sfogare, non osando mostrarlo a persona se non a l’Appiano e a Giulia. Ma che credete voi che facesse don Giovanni, che non meno de la duchessa ardeva? Egli non veggendo tornar al tempo debito la duchessa e numerando non solo i giorni ma l’ore, poi che indarno oltra il termine ebbe cinque e sei di aspettato, si meravigliò molto forte e dubitò che alcuno strano accidente le fosse occorso; onde mandò un suo fidatissimo in Galizia per intender ciò che n’era. Andò il messo e giunto là intese dagli uomini del luogo come la peregrina che aveva visitato l’apostolo era la duchessa di Savoia, e che il" duca per mare era quivi pervenuto e menatala seco per mare. Ritornò il messo M. Bandbllo, Rovelle.