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NOVELLA XLIV 459 innanzi a la figura in ginocchione, pregandola che degnasse guarirla, che le faceva voto d’andar a visitar a piede le sue sante reliquie; e più e più volte replicò questo voto. Le due buone vecchie, veggendo l’imagine dar la benedizione a la duchessa e quelle pezze di lino che ardevano e facevano un bellissimo splendore dinanzi al santo, e che quel fuoco pareva di vari e bei colori, credettero fermamente quello esser san Giacomo maggiore, fratello di san Giovanni evangelista, e divotamente s’inginocchiarono, piangendo per divozione. Sentirono più volte le buone vecchie replicare il voto a la duchessa, la quale, veggendo lo splendore de le bagnate pezze venir meno, comandò a le due vecchie che uscite di camera facessero entrar il medico, che in una camera non molto lontana in castello s’era ridutto a dormire. Mentre che le buone donne andarono a chiamar il medico, la duchessa e Giulia presero la figura, e Giulia subito la ripose ne la cassa. Fecero tanto romore le due vecchie, che non solamente svegliarono l’Appiano, ma gridando: — Miracolo, miracolo ! — fecero correr tutti quelli che albergavano in castello. Il duca ancor egli si levò al romore e andò con molti a la camera de la duchessa. Erasi essa duchessa già vestita, e tanto allegra in vista si mostrava quanto dir si possa. Come ella vide il duca, cosi gli andò a far riverenza e tutta allegra e gioiosa gli disse: — Signor mio, io mi truovo la più contenta donna del mondo, poi che è piaciuto a nostro signor Iddio, per intercessione del suo glorioso apostolo san Giacomo di Galizia, rendermi la sanità. — E cosi gli narrò il bel miracolo. Le due vecchie e la Giulia affermavano visibilmente aver veduto l’apostolo. L’Appiano, in cui il duca aveva gran fede, diceva che quando entrò in camera, che vide un grandissimo lume a torno al santo e che subito in un batter d’occhio disparve quasi in quel punto quando esso duca entrò in camera. Troppo lungo sarebbe a dire le varie cose che si dicevano. E supplicando la duchessa al duca che si contentasse del voto che fatto aveva, egli lo confermò. Si sparse poi la matina la voce di questo miracolo e d’altro non si ragionava. Il suffraganeo venne in castello e volle diligentemente essaminar la duchessa, il medico, le due vecchie e la Giulia, e