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39« PARTE SECONDA assai m’è la morte che la vita, non devendo esser tua. Ma se hai animo d’esser mio, io ti contenterò e farò quanto vorrai, bevendo ciò che mi porgerai. E quantunque giovamento alcuno non me ne seguisse, come io credo, tuttavia il vedermi morire in grazia tua m’apporterà tanto di contentezza che io ne morrò la più felice ed aventurosa amante che nel regno de l'amore lieta vivesse già mai. Si che se tu vuoi che io rimedio alcuno prenda — intendimi bene e sanamente, — io voglio che adesso a la presenza di questi nostri amici tu mi dichiari l’animo tuo e con pure parole tu mi dica se vuoi esser mio o no. — A questo rispose Camillo che assai chiaro parlato aveva e che più non accadeva dir altro, avendone per innanzi detto a bastanza, del che, per l’allegate da lui ragioni, ella poteva benissimo contentarsi. E qui Camillo si tacque. — Sia con Dio ! — disse la giovane. — Tu a tuo modo farai, ed io al mio farò. Tu non vuoi esser mio, ed io non vo’ pigliar rimedio che sia, perché priva di te, tutte le medicine mi sariano pestiferi veleni, e vivendo in tua grazia, il veleno non mi saperebbe dar noia. — E dopo queste parole ella ritornò a chinar il capo a basso sul guanciale e quivi se ne stava in atto di morire. Ora coloro che quivi erano, veggendo l’ostinazione de la donna e dispiacendo loro che disperata se ne morisse, si misero a torno a Camillo, pregandolo affettuosamente a contentarla e che pensasse in che termine ella era. Stette alquanto duro Camillo e non si voleva più a lei ubligare. A la fine vinto da tanti prieghi, a la giovane in questa maniera parlò: — Cinzia mia, fa’ buon animo. Bevi questa acqua con la polvere, la quale se ti rende sana come si spera, io ti prometto la fede mia di tenerti come prima. — Ella a questa voce tutta lieta, si levò con tutto il corpo in alto e prese il bicchier di mano di Camillo, ma avanti che a la bocca l’avvicinasse, a quello in questa forma disse: — Poi che tu, Camillo signor mio, mi prometti per l’avvenire di voler esser meco quello che per innanzi eri e la fede tua a la presenza di questi nostri amici lealmente m’hai data, io prenderò questa medicina, la quale se giovevole mi fia come tutti voi altri mi dite, e possa più la sua vertù che la malignità del veleno, io viverò volentieri, non per