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NOVELLA XL 389 poter meglio né più dolcemente morire, sgombrarsi di tanto e si aspro cordoglio, che dinanzi a quello che unicamente amava e per suo dio terreno teneva. Onde dopo molti sospiri, fatto a la meglio che puoté buon viso, cosi a parlar cominciò : — Camillo- poi che a Dio è piaciuto che io giunga a questa ora cotanto, dopo che io sono non per mia colpa caduta in tua disgrazia, da me disiata ed aspettata, e forse l’ultima fia che mai più teco parli con altri, vorrei prima saper l’animo tuo verso me quale adesso sia. Ché se egli sarà quale deve, non ti avendo ¡0 offeso già mai, sarà quello che io sommamente desidero. Se anco tu vorrai perseverare in credere quello di me che mai non fu, io sono per chiederti alcune grazie. Poi sarà ciò che Iddio vorrà. — A questo rispose Camillo che prima che altra risposta le desse, voleva che la balia in camera venisse, perciò che aveva da farle alcune domande. Fu chiamata la balia e venne come fa la biscia a l’incanto, a cui Camillo, arrivata che fu, disse: _ Balia, io t’assicuro ed impegno la fede mia che di quanto tu dirai, che non hai da temer persona che qui sia, perché nessuno ti darà noia né ti farà nocumento alcuno. Però a la presenza di questi gentiluomini amici miei e fratelli io vo’ che tu ci dica tutto quello che ultimamente in chiesa mi dicesti. Di’ su, di’; non aver paura. — La tristarella e sbigottita feminuccia, non sapendo che si fare, a la fine pure, tremando come foglia al vento, scoperse la sua sceleratezza che da sé ordita aveva, affermando che falsissimo era quello di cui ella da prima accusò ed incolpò Giulio e Cinzia, confessando apertamente che si vituperosa trama fatta aveva per tener la mano ne' capegli a Cinzia ed altresi per aver maggior libertà a far di sé copia a chi più le fosse aggradito. Disse medesimamente degli assalti che dati aveva a Giulio ed a Cinzia e a che fine, come di sovra vi narrai. Quanto la scelerata e rea femina fosse, da tutti che quivi erano, biasimata, e molto più da Cinzia, ciascuno il può da sé pensare. Giulio tutto pieno di mal talento se ne stava, e tanta era l’ira che l’ingombrava e lo sdegno che contra la balia lo irritava che, tutto gonfio per troppa pienezza di còlerà, nulla poteva dire. Ora mandata la balia fuor di camera, disse Delio: — Lodato sia