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376 PARTE SECONDA a fine che, cessate quelle prime passioni, ritrovasse Camillo più atto che prima a lasciarsi persuadere il vero. Piacque a Giulio il parer di Delio, e dopo, finiti i lor parlari, andarono ciascuno a far quello che più gli piacque. 11 seguente giorno fu astretto da alcuni gentiluomini Camillo andar a trovar Cinzia, e seco ebbe assai lungo ragionamento circa di questa pratica. Ella che era innocente e a cui troppo altamente rincresceva, senza sua colpa, di perder il suo caro padrone, de l’innocenzia sua fece quegli scongiuri che ella seppe i maggiori, e sempre, ragionando, di calde ed amare lagrime il volto si rigava. Camillo in questo ragionamento la risolse che d’altro uomo si provedesse e che dove ei potesse farle piacere, che di buon core sempre lo farebbe, pur che seco non avesse più pratica d'amore. E con questa determinazione da quella prese congedo e se ne tornò a casa. Parlò Delio seco due e tre volte, né altro mai puoté da lui cavare se non che voleva esser amico di Giulio: che se aveva animo d’affrontarsi con la balia, che la farebbe venir in parangone. Ora quali fossero i pensieri di Cinzia, quali le sparse lagrime, quali le dolenti parole, quali le vigilate notti, quali i digiunati giorni e quali e quanti gli ardentissimi sospiri, chi ad uno ad uno raccontar volesse, averebbe troppo che fare e cosi di leggero non ne verrebbe a capo. La misera giovane, perdutone il sonno e non si cibando, venne pallidissima, magra, e pareva una fantasima, né altro sapeva fare che piangere e miseramente lamentarsi, e di tal maniera era il suo dirotto pianto che averia mosso a pietà una tigre ircana. Medesimamente Camillo, ancora che si sforzasse di voler mostrare che questa cosa non gli dolesse, nondimeno ei si vedeva, cangiato il nativo colore del viso, esser afflitto e pallido e quasi di continovo pieno d’ardentissimi sospiri che facevano fede de l’interna doglia. Giulio altresi non trovava riposo, non si potendo dar pace che fosse in poter d’una rea femina di fargli perder cosi buon amico come teneva Camillo, e sempre astringeva Delio a far che si venisse a tutte quelle chiarezze che si potessero imaginare. Delio, che più volte aveva tentato Camillo e lo trovava sempre d’un tenore, aveva grandissima noia di questa pratica e non gli piaceva punto che con la balia si