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NOVELLA XL 371 me che mai per nessun tempo in simil errore trabocchi ! Si che, Delio mio, io son qui ne le tue mani per conseglio e per aita, non sapendo altrove che a te ricorrere, perché so che m’ami. — Delio poi che ebbe attentamente udita questa nuova e fastidiosa istoria, pieno d’ammirazione, stette 'alquanto sovra di sé, varie cose ne l’animo suo ravvolgendo; onde essendo consapevole quanto Camillo amasse Giulio e come n’era ottimamente da Giulio ricambiato, non gli pareva a modo nessuno dover sofferire che una si leale fratellanza si guastasse. E conoscendo per lunga esperienza, perché era uomo assai attempato e che molto del mondo in Italia e fuori aveva visto e praticato in diverse corti e con vari prencipi, quanta fosse difficultà a trovar un amico che veramente amico chiamar si potesse, troppo altamente gli doleva di questa rodente ruggine venuta nel core a Camillo contra di Giulio. Per questo egli deliberò, mentre la ruggine ancor non era troppo abbarbicata, usar ogni opera per sbarbarla e diradicarla in tutto. E perché aveva ferma credenza che Giulio del detto caso colpevole non fosse, tanto più volentieri vi si voleva affaticare. Indi dopo molte parole venne in questa conchiusione: d’andar con Giulio a trovar Camillo e a tutti i modi possibili levargli la impresa openione del capo. E cosi tutti dui dopo desinare v’andarono e trovarono Camillo che era in camera. Quivi entrati, videro ch’ei leggeva un certo libro. Salutato che l’ebbero e rese da lui le debite risalutazioni, volendo Delio cominciar a parlargli, egli, toltali la parola di bocca e a Giulio rivolto, in questa maniera gli disse: — Io ho piacer grandissimo, Giulio mio, che Delio nostro ora qui teco si ritruovi, imperò che essendo amico coni’è ad ambi noi, voglio per sodisfazion tua e mia ch’eternamente sia testimonio di quanto intendo dirti. E per non consumar il tempo indarno, ti dico ch’io son chiaro che Cinzia compiace di se stessa amorosamente a altri che a me e so che tu con lei giaciuto più volte ti sei. Di lei so ben io ciò che far ne debbio, e quanto in mente n’ho deliberato è già a lei fatto intendere. E perché stimo molto più un peluzzo de la tua barba che non faccio quante pari di Cinzia sono al mondo, ti dico ed affermo che per questo non sono io già mai per averti men caro