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PARTE SECONDA malvagia balia veggendo che dava incenso a' morti, dubitò che la sua trama fosse scoperta e conosciuti gli inganni suoi. Per questo deliberata di pigliar l'avantaggio e mostrarsi ben zelante e tenera de l'onor di Camillo, a ciò che a lui almeno restasse in grazia, fece per uno dei servidori di lui intendergli che ella era ricercata da certi giovini a lasciar la notte l’uscio de la casa aperto, con promessa d’aver buona somma di danari, ma che ella mai non farebbe simil cosa; e perciò che lo faceva avvertito a fine che talora Cinzia non fosse corrotta da alcuno, praticando ognora molta gente seco, e di nascoso di lui introducesse chi più le fosse a grado. Camillo intendendo cotesta favola e credendola, per saper che molte donne risparmiano alcuna volta quello di casa assai volentieri e cercano logorar l'altrui, parendo sempre le cose dei vicini più saporose che le proprie, fece dir a la balia ch’ella s’accordasse con alcuno e ve lo facesse venire, e poi a lui lasciasse la cura del rimanente. Ma la falsa meretrice allegando nuove cagioni mai non ne fece venir nessuno, imperò che, come poi si seppe, la cosa stava tutta al contrario di quello che aveva fatto dipingere a Camillo. Aveva ella tentatone alcuni e promesso loro di lasciar la porta aperta, essortandogli a venir dentro la notte e che Cinzia non sarebbe stata ritrosa. E questo faceva ella per dir poi che con ordine di Cinzia erano venuti, ed anco perché voleva far venir alcun suo lavoratore de l’orto, dei quali n’aveva una mandria; ma non vi fu chi ardisse avventurarsi, per téma di Camillo che ivi vicino abitava. Il perché veggendo che questa trama non succedeva, fece dir a Camillo che bisognava che parlasse con lui di cosa di credenza e di non pic- ciola importanza. Venuto Camillo, fece vista di voler veder la balia con la figliuola, ed essendo Cinzia in compagnia di molta gente, egli a trovar la balia a la sua camera se n’andò; onde trovandosi con lei, ella in questa guisa gli parlò: — Signor mio, avendomi voi data vostra figliuola in governo, io mi fo a credere esser debitrice di manifestarvi tutte quelle cose ch’io veggio dannose a l'onor vostro. Iersera, non essendo voi qui in casa, Giulio sul tardi ci venne e vi stette fin passate le tre ore de la notte. E perché egli ha in usanza starvi de l'altre volte, ancora