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NOVELLA XXXVUI 347 innanzi, chiamarono le guardie, da le quali fu loro aperto il portello. E in un tratto, calato il picciolo ponte, tutti gli altri vi saltarono su, e minacciando le guardie di morte se gridavano, quelle lasciarono sotto cura d’alcuni loro compagni, che anco guardassero il portello. Poi Cornelio, Simone e il resto subito se n’andarono di lungo a la casa del nemico loro, e con lor ingegni gittata la porta de la casa in terra in quella entrarono, e trovata la camera ove il misero Gian Battista tutto rotto e conquassato si giaceva, quello senza pietà ammazzarono ed a brano a brano in mille pezzi divisero. Poi senza esser offesi da nessuno, tutti a man salva di Chiavari uscirono e secondo l’ordine del conte a le castella di quello, per téma de la Signoria di Genova, si ritirarono. Cotal fine ebbe la trascurata e temeraria presunzione de l’infelice amante che, senza accordo de la donna né de la fante, volle la sua ventura tentare e tal la ritrovò quale udito avete. E in effetto, chi fa il conto senza l’oste lo fa due vol