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346 PARTE SECONDA Manfredi scrive che se vive resterà tutto de la persona perduto ed attratto, ma che crede che morirà. — Celando adunque il conte lo sdegno contra Gian Battista concetto, fece credere a quelli che presenti erano che del fatto non si curava; ma egli era di dentro d’altra guisa di quella che in viso mostrava. Onde tutto pieno d’ira e di mal talento tra sé deliberò che tanta presunzione non restasse impunita. Grandissimi e meravigliosi effetti si veggiono assai sovente nascere da un generoso spirito quando egli si conosce ingiustamente esser offeso, perché l’irascibile appetito in tal modo lo stimola ed a vendicarsi rinfiamma, che egli non cessa mai né a modo alcuno s’acqueta fin che non si senta vendicato, ancora che la manifesta rovina sua innanzi gli occhi vedesse. E di questi accidenti tutto il di se ne veggiono manifesti essempi. Ora come il conte ebbe tra sé la vendetta conchiusa, si fece chiamar Cornelio suo fratello e Simone suo cognato, e disse loro: — Tu hai, Cornelio, inteso lo scorno che quel temerario di Gian Battista da la Torre ha fatto a Claudia nostra sorella, e penso che se averai l’animo che, essendo nato di padre e madre nobilissimi, vuole la ragione che tu debbia avere, che con Simone t’accorderai e tutti insieme ne farete tal vendetta quale il caso ricerca. Io vi darò due fregate bene ad ordine, con venticinque uomini ben armati e valenti. Voi vi salirete su, e questa notte che viene arrivarete di due o tre ore innanzi l’alba a Chiavari. Entrarete dentro, e non dando indugio a la cosa, anderete a la casa di quello sciagurato e lo taglierete in mille pezzi, come egli s’ha meritato. Fatto questo, vi ritirarete a le nostre castella, ed io al tutto poi provederò. Se ciò che vi commetto non farete, tu, Cornelio, mai più non mi verrai davanti né ti chiamerai mio fratello, perciò che la prima volta che averai ardire approssimarti a me, vivi sicuro che con le mie mani ti anciderò. E tu, Simone, noi facendo, non ti averò mai per cognato né parente, e meno per amico. — Promisero i dui cognati quanto egli loro comandava. Indi proveduti di quanto bisognava, essendo buon tempo, navigarono verso Chiavari ed a l’ora assegnata v’aggiunsero. Smontati in terra, andarono a la porta de la terra, e tre di loro, fattisi