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NOVELLA XXXVIII 345 persona veduto, si nascose sotto il letto ove sapeva che la donna dormiva. Venuta la sera e l’ora di corcarsi, madonna Claudia con 1° sua fante *n compagnia entrò in camera e cominciò a dispogliarsi. Essendo ascesa sul letto e volendosi cavare di dosso la camiscia, o che fosse sua usanza di far veder se nessuno era in camera o che pure alora le ne venisse voglia come presaga di quello che era, comandò a la fante che guardasse che persona in camera non fosse. La fante, veduto per la camera nessuno essere, s’inchinò a mirar sotto il letto e vedutovi uno appiattato, diede un grandissimo grido e tutta tremante disse: — Oimè, madonna, oimè, che un uomo è sotto il vostro letto ascoso! — Ella che già spogliata la camiscia s'era, senza altrimenti vestirsela, se la viluppo dinanzi e saltata fuori del letto, gridando, se ne corse giù ne la camera del mezzano ne la quale messer Manfredi suo suocero dormiva, e quivi tutta spaventata e tremante si ricoverò. Il romore per la casa si levò grande, e stette ella buona pezza ed altresì la sua fante prima che potessero prender lena di parlare, tanto erano sbigottite. Lo sciagurato amante che scioccamente s’era persuaso di poter senza disturbo giacersi con la donna, come senti quella fuggire, tutto smarrito, aperta una finestra che guardava in un cortile, da quella che assai alta era saltò in terra e tutto miseramente si contorse e sciancò, e di maniera restò rotto e sciancato che muover non si poteva. Ma un vicino corso al romore lo fece portar via, ché altrimenti era ammazzato. Il caso la seguente matina si divolgò per tutto, e messer Manfredi subito per sue lettere e messo a posta ne avvisò il figliuolo che a Genova era. Simone, avuta questa brutta nuova, al conte Gian Aloise a la presenza di molti le lettere del padre lesse. Di questa nuova il conte fieramente sdegnato, non si poteva dar pace che a sua sorella fosse fatto simil scorno; ma come savio celando l'ira, cominciò a sogghignare e per modo di gabbo a dire: — Questi sono gli trascurati effetti che fanno questi pazzi giovini innamorati, che non pensano al fine de le cose. Gian Battista deveva accordarsi con mia sorella e non andarvi cosi temerariamente. Ma egli ha fatto il peccato e la penitenzia insieme, perché messer