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NOVELLA XXXV111 34.5 un vecchio, sarebbero lodate, molto pili deveno esser in uno giovinetto ammirate e celebrate. Una sola cosa al mio giudicio o-ji è mancata: che non è stato indovino, e provisto, se moriva, che l’impresa rimanesse ne Je mani dei fratelli con la vittoria. Ma egli era uomo e non Dio, e un uomo ne vale mille e mille non vagliono uno. Ora io mi son lasciato trasportare, non so come, a parlar di questo singoiar giovine e quasi in'era uscito di mente quello che narrarvi aveva promesso. Vi dico adunque che il conte Sinibaldo Fiesco, oltra il conte Gian Aloise e fratelli leghimi, ebbe in una bella gentildonna genovese sua innamorata un figliuolo chiamato Cornelio ed una figliuola che si noma Claudia, giovane bella ed aggraziata e di bei costumi ed awenevole molto. Questa fu assai giovanetta data per moglie a Simone Ravaschiero, figliuolo di messer Manfredi, uomo ricco e dei primi di Chiavari. Fece questo messer Manfredi per due ragioni volentieri questo parentado, si per aver il favore del conte contra il conte Agostino Landò col quale piativa la giurisdizione d’un castello a le confini del Piacentino (0 Fu condotta la sposa a Chiavari, ove le nozze furono fatte convenienti a lo sposo e a lei. Ella, avvezza a quella onesta libertà e leggiadro praticare che in Genova usano le donne maritate e le giovani da marito, viveva molto lietamente ed usava con tutti una domestichezza affabile e piacevole. Di lei e de le sue belle maniere ed onesti costumi, veggendola bella ed allegra, s'innamorò fieramente Giovan Battista da la Torre, uomo di stima ed assai ricco in Chiavari, e cominciò in ogni luogo ov'ella andava a seguitarla. E perché la vedeva ogni giorno e seco spesso ragionava, ingegnavasi con belle parole il suo amore farle manifesto. Ella che punto melensa non era ma avveduta molto e scaltrita, come egli le ragionava d'amore, burlava con lui e scherzava, ma mai non gli rispondeva a proposito e di quel ragionamento travarcava in un altro, e gli dava sovente il giambo. Ma il giovine, (i) 1 puntini sospensivi indicano la seconda « ragione », che fu o dal Bandèlle lasciata nella penna o saltala via dal suo tipografo [Ed.J.