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NOVELLA XXXVII 335 e di gemme. E la chiave è questa che vi do. Essendo poi decanta la duchea di Lancastro al fisco reale, quella vi dono e voglio che liberamente sia vostra e che ne possiate disponere, donare e vendere come v’aggradirà. — Rivolto poi al segretario, ^li comandò che a la reina di queste donazioni facesse un amplissimo decreto; indi ordinò che questo matrimonio senza sua licenza non si divolgasse. E fatti entrar ne la via segreta quelli che seco erano, egli con la eina rimaso, il matrimonio seco consumò, raccogliendo parte '.el frutto del suo lungo e ferventissimo amore con piacer indicibile. Poi con lei sceso ne la via segreta ove il vescovo e gli altri erano, senza esser da persona visti, lietamente accompagnarono la nuova reina a la barca. Restò jl re con i suoi, e le donne a casa se n’andarono, lodando e ringraziando la bella reina Iddio che ai suoi travagli si lieto fine e tanto alta ricompensa aveva donato. La madre, che la figliuola per farla putta al re condusse, a casa reina ne la menò. II re fra dieci giorni ordinato il tutto, il suo fidato cameriero con sue lettere, de la contessa e de la reina al conte suo suocero mandò, invitandolo a le nozze con i figliuoli. II conte cosi buone e non sperate novelle sentendo, fece infinite carezze al cameriero e gli donò molte belle cose e in compagnia di quello e dei figliuoli, gioioso ed oltra misura lieto, subito a Londra se ne venne. L’accoglienze tra il padre e la figliuola nuova reina e tra i fratelli e quella furono grandissime e più e più volte iterate; né d’allegrarsi insieme saziar si potevano. Si rallegrava il padre veggendo l’openione che avuta aveva de la grandezza de l'animo de la figliuola esser riuscita con onore ed essaltazion de la casa, e benediceva l’r»ra ch’ella nacque. E molte volte narrar si fece tutta l’istoria tra il re e lei successa, onde la contessa non poteva fare che non s’arrossisse quando sentiva ricordar l’es- sortazioni fatte a la figliuola a ciò che al re compiacesse, e ch’era stata quella che maestra e conduttrice era fatta a menarla al re. Tuttavia ella adduceva per sé alcune ragioni, allegando che molto mal volentieri ita v’era, ma che il dubio di non veder rovinar il marito con i figliuoli e tutta la casa l’aveva astretta dei dui mali elegger il minore. E cosi piacevolmente tra loro