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NOVELLA XXXVII 329 dinanzi a lui inginocchiatasi, con ferma voce ed altero animo gli disse: —Sire, nuovo instinto dinanzi a voi m’ha condotta, ove 10 già mai a questo modo venir non credeva. Ma deliberata di levarmi la seccaggine dei vostri messi ed ambasciate e sodisfar ai parenti miei che, da voi corrotti, tutto il di m’essortavano a compiacervi, ove mi devevano prima strangolare, e ne l’animo inio deliberata ciò che di me intendo di fare, qui sono presta ad ubidire ai vostri comandamenti. Ma prima che io ne la total vostra libertà mi ponga e che voi prendiate di me quel diletto che tanto mostrato avete amare, voglio per isperienza certificarmi se l’amor vostro verso me è si fervente come per tante lettere m’avete scritto e più volte mandato a dire. E se cosi è come volete ch’io creda, voi mi farete una picciola grazia, che a voi sarà molto facile a fare ed a me apporterà il maggior contento che io mai sperar né aver possa. Se poi ciò ch’io vi richiederò forse vi paresse duro e grave a metter in essecu- zione, voglio da voi intender se lo farete o no, altrimenti non sperate che io, mentre averò fiato in corpo, sia mai di cosa alcuna per compiacervi. Sovvengavi, sire, di quello che già a Salberi mi diceste e poi scrittomi e fatto intendere, che sapendo voi di farmi cosa grata, non v’averei tanto saputo comandare quanto da voi subito in effetto sarebbe stato messo. Ora io non vi comando, ché questo presumer mai non debbo, ma bene umilmente vi prego e supplico che degnate darmi la parola e fede vostra di far ciò ch’io vi supplicherò, e ricordatevi che parola di re mentir non deve né esser vana. — Il re che mentre ella parlava le teneva gli occhi fisi dentro il bel viso, e a lui pareva senza parangone più bella e più leggiadra che mai veduta l’avesse, sentendosi ora si caldamente da quella bocca pregare da cui egli un amoroso bacio tanto bramava, non che una picciola grazia ma tutto il regno le averebbe promesso. 11 perché chiamato Iddio e tutti i santi e sante del paradiso per testimoni a quanto dire e prometter le voleva, in questa forma le rispose: — Unica mia da me infinitamente, e sovra ogni creata cosa, amata signora, poi che voi la vostra mercé degnaste venir qui in casa nostra e mi chiedete che prima che io di voi il mio