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NOVELLA XXXVII 327 si per goder il fresco de l'óra che da le crispanli acque soavemente spirava, ed altresì perché nessuno dentro entrasse. Ora essendo le donne giunte a quel luogo, smontarono su l’arena del fiume, ordinando ai barcaruoli che quindi con la barca non si movessero; salirono poi alquanti gradi e dentro la porta entrarono. Come il cameriero le vide e conobbe la contessa, forte si meravigliò; ma molto più di meraviglia lo prese quando vide la bella Aelips. Onde fattosi loro incontra riverentemente ricevendole, quelle salutò e le dimandò ciò che andavano facendo. — Siamo — disse la contessa — venute a far riverenza a monsignor lo re nostro sire, come poco fa vi dissi che mi sforzarci di fare. — Il cameriero d’infinita allegrezza pieno, fatto i duoi fanti con il legno dentro un pelaghetto entrare dove il re le sue barche serrate teneva, fermò la porta del giardino e, ragionando con la contessa, al luogo ove il re sedeva s’inviò. Il re stando alora, come già s’è detto, assiso a l’ombra ed a la crudeltà e rigidezza d'Aelips pensando ed insiememente con gli occhi de l'intelletto contemplando la vaga bellezza di quella, che a lui pareva pure la più bella e miracolosa che mai veduta avesse né sentita ricordare, tanto s’era nei suoi pensieri profondato, mille cose per la mente volgendo e ravvolgendo, che a nessun’altra cosa poneva mente. Il cameriero tanto innanzi le donne condusse che elle videro prima il re che egli sentisse o vedesse loro. Alora il cameriero rivoltato verso la bella Aelips — Eccovi, signora mia — disse, — il vostro re che certissimamente ad altro non pensa che a voi. Ed ora chi non lo sturbasse, se ne staria così solo e pensoso tre e quattro ore, si fieramente è nei lacci del vostro amore irretito. — La giovane, di onesto sdegno accesa, si senti per tutte le vene in quel punto correre il sangue più freddo che ghiaccio ed in. quel medesimo tempo tutta infiammarsi; il che le rese il volto, più de l’usato, bello, colorito e vago. Erano a meno di cinque passi sovra il re giunti, quando il fidato cameriero, fattosi innanzi a quello, disse: — Sire, ecco che bella compagnia e tanto da voi desiderata viene a farvi riverenza. — Il re quasi da profondo sonno destato alzò il capo e, conosciuta la contessa,