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3° PARTE SECONDA dal detto duca, la quale merita a giudizio mio esser lodata. — E cosi il capitan Tomaso‘narrò una novelletta molto bella, la quale in segno de la mia servitù e de l’amore che sempre m’avete dimostrato ho voluto che sotto il valoroso vostro nome sia letta. Voi questo picciol dono degnarete accettare, il quale doppiamente vi deverà esser caro, si perché la novella è narrata dal vostro luogotenente ed altresi perciò che da me è stata scritta. Feliciti Iddio ogni vostro pensiero. -NOVELLA XVI Bell'atto di giustizia fatto da Alessandro Medici duca di Firenze contra un suo favorito corlegiano. Devete sapere, signori miei, che ciascuno che occupa il dominio de la sua patria, e massimamente che fin alora sia stata libera, che conviene che faccia molte cose e stia più vigilante che non farebbe uno che s’insignorisse de la patria o d’altro luogo che già fosse avvezzo aver signore. Questo dico perciò che avendo il duca Alessandro preso in sé il dominio di Firenze che era in molti, è necessario che non solo quelli che attualmente erano de la Signoria, ma che anco gli altri che speravano ascendere, chi ad esser gonfalonieri, chi degli « otto » e chi d’altro ufficio, si tengano offesi e che giorno e notte pensino a la ricuperazione de la lor antica libertà. Bisogna poi che consideri che communemente i cittadini più facilmente si metteranno soggetti ad uno straniero che ad un cittadino, parendogli che essi meritino cosi bene quel grado come quell’altro, e gli pare non dever sofferire che uno che era lor uguale gli debbia cosi leggermente diventar padrone. Per questo il duca Alessandro che non solo si sodisfà aver messo il freno a la patria sua e fattosene signore, ma vorrebbe Cotesto dominio stabilire e lasciarlo ben fondato e fermo ai suoi figliuoli e nipoti, è astretto tutti quelli che conosce contrari a questo suo desiderio, o con morte o con essilio o con dar loro quei confini che gli paiono, levarsi dinanzi e tanto tenergli da sé lontani quanto che conosca essersi di tal maniera proveduto che più non gli possano nuocere.