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326 PARTE SECONDA ringraziò Iddio che dato a la figliuola avesse cotal volere, come se Iddio fosse spiratore d'adultèri e fornicazioni. O quanto sciocchi sono assai spesso i miseri ed ignoranti mortali, che dove pianger deverebbeno ridono, e dove allegrarsi s’attristano ! Cosi faceva questa buona donna che, divenendo ruffa de la figliuola, si pensava di far un sacrificio a Dio. Abbracciata adunque quella teneramente e di dolcezza lagrimando, più volte la basciò e dal collo di lei non sapeva levarsi. Era a punto del mese di giugno ne l’ora che da merigge, per il caldo che fa, molti sogliono dormire. In quel tempo la contessa fece metter una barchetta ad ordine per andar per acqua al giardino del re del quale già vi dissi, e dove alora egli s’era ridutto per starsi più solingo e senza strepito. Aelips in questo mezzo se n’andò in camera sua e, senza altrimenti abbigliarsi più di quello che era, prese il suo tagliente coltello e sotto le vesti ad una cintola l’appiccò. Poi dinanzi a una imagine rappresentante la reina del cielo, madre di Dio e refugio dei tribolati, che ne le braccia teneva la figura del suo carissimo figliuolino, si pose in ginocchione, quella divotissimamente pregando che il suo figliuolo le rendesse propizio a fine che il suo casto proponimento mantener potesse. Indi piena di fiducia e di costanza, levata, a l’aspettante madre, che il tutto aveva già fatto apprestare, se ne ritornò. Terminava l’orto de la casa del conte Ricciardo sovra il Tamigi ed una porta v’era ove la barchetta dimorava. Quivi la contessa con Aelips e con due donzelle discese, e tutte montarono in barca che da dui fanti era guidata; e giù a seconda per il fiume navigando, il picciolo legnetto arrivò a le sponde del giardino reale. Erano concie di modo le rive che per una sola porta vi si poteva su salire, e tutto il resto d’ogn’intorno era d’alte mura chiuso. Era la porta poco innanzi dal cameriero stata aperta, il quale era de l’amore del re consapevole e quello ne 1’¡stessa ora aveva a la riva del fiume tutto solo accompagnato, che, per meglio pensare ai suoi amori, s’era dai suoi cortegiani furtivamente levato e non molto lontano sotto alcune fresche ombre suso erbucce odorifere assiso se ne stava. Il cameriero per ¡scontro l’aperta porta sotto arboscelli sedeva,