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3°4 PARTE SECONDA volete che io de la mia total rovina il ministro sia e come sfacciato ruffiano meni mia figliuola al chiazzo? Pensate, sire, pensate che a voi appartiene, quando altri cercasse vituperarmi, di porvi in mia diffesa ed ogni aita e favore prestarmi. E se voi m’offenderete, ove potrò io per soccorso ricorrere? se la mano che sanar mi deverebbe è quella che m’impiaga, chi fia che compenso mi doni e la medicina sii vi ponga? Perciò se di voi mi doglio e se di dolermi e di mandar le pietose voci sino al cielo giusta cagione mi date, giudicatelo voi, mettendo alquanto da parte il concupi- scibil appetito e riguardando in viso la ragione, che altro giudice che ’1 vostro invitto e valoroso animo non ricerco. Da l’altro canto poi ho io grandissima meraviglia de’ casi vostri,.pensando a le cose da voi dette, e tanto ne l’ho maggiore quanto che un altro forse non averebbe, perché mi par meglio da la vostra fanciullezza insino a questi di aver i vostri costumi conosciuti che alcun altro, e non essendomi paruto già mai che voi siate stato a’ piaceri amorosi soggetto, ma di continovo ne Tarme ed altri essercizi occupato, che ora siate d’Amore divenuto prigionero, tanto nuovo e cosi strano mi pare che io non so quello che me ne dica. E se a me di ciò cadesse il ripigliar vene, io vi direi cose che vi farebbero uscir di voi ; ma io lascio che il vostro pensiero ve le ponga innanzi. Sovvengavi, sire, ciò che essendo ancor giovinetto voi' feste patir a Rugiero di Montemer, che la reina Isabella vostra madre e sorella di Carlo bello re di Francia governava; che non contento de la crudelissima morte che a lui fu data, essa vostra madre anco feste miseramente in prigione morire, e Dio sa se le sospizioni che di loro s’ebbero furono con fondamento. Perdonatemi, sire, se io tanto innanzi parlo, e considerate meglio i casi vostri. Non pensate voi che voi séte ancor armato ed in grandissime cure e sollecitudini involto, per l’apparecchio grande che fa il re di Francia per mare e per terra per vedere se egli potrà rendervi il contracambio de la sempre memoranda vettoria che de le sue genti, in mare e in Francia combattendo, Iddio v’ha donato? Ed ora che séte di giorno in giorno per passar il mare e prevenendo il nemico vostro assicurar le terre vostre de l’Aquitania, avete al lusinghevole amore