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NOVELLA XXXVII 293 settimana tutta la città s’avvede ch’eglino hanno «l'intendimento » in quella donna. Questi tali, vada la donna a la chiesa, dietro a le pedate di lei correno, e notte e giorno le vestigie di quella non abbandonano già inai. In chiesa poi rimpetto di lei in cotal guisa si mettono, affisando gli occhi nel di lei volto, che pare che quivi intenti e in tutto trasformati sieno. 11 medesimo contegno serbano su le feste, balli e giuochi, e per le strade con alti e focosi sospiri l'accompagnano in si fatta maniera che la donna mai non può far un passo, che non abbia negli orecchi il suono noioso dei sospiri e negli occhi le mal composte maniere di questi si galanti innamorati. Né poi di queste publiche comedie contenti, dubitando forse che gli uomini non s’avvedano di ciò che fanno, vogliono ancora con le proprie parole fargli avveduti, perché d’altro parlar non sanno in ogni luogo ove si trovano che de la lor signora. E par loro che debbiano esser tenuti da più, per far coteste sciocchezze. Ma Dio guardi tutte le donne che hanno del gentile da questi gloriosi scemon- niti, i quali sono dopoi si saggi che se averanno una buona vista, la predicheranno per le piazze. Pensate poi ciò che farebbero, se alcuna segnalata grazia da le lor donne ricevessero, lo credo che manderebbero le trombe per ogni cantone di contrada per publicar questi lor amoracci. Ora secondo eh’ io biasimo questi cosi sfacciati ed ammonisco le donne che da loro si guardino come da la peste, non è ch’io molto più non lodi coloro che segretamente amano e di tal guisa si governano che sanno far conoscere a le donne loro che le sono servidori, senza far le gride, senza empir l’aria di sospiri che par che abbiano un Mongibello in corpo, e senza far il volgo di cosa veruna accorto. E perché sono alcuni che amando donna di grado non vogliono che questo amore sia a persona del mondo fatto palese, ma che ardendo e tacendo chi ama se ne stia, se per sé non ha via di scoprirsi a la donna amata; io sono di parer contrario e porto ferma openione che sia necessario che chi ama, o basso o alto, debbia aver un fidato compagno e non più, il quale sia segretario dei suoi pensieri, imperciò che a nessuno mai non fu dubio che spesse fiate chi ferventemente ama,