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292 PARTE SECONDA di questa guerra egli alora dimorava in Londra, ove sapendo che Aelips s’era ridutta, pensò'che ai suoi amori si potrebbe dar alcun ristoro. Era sempre stato il re con questo pensiero al core, né altrove in modo alcuno rivolger lo poteva. La dama alora aveva da venticinque in ventisei anni, e tanto ben compariva in abito vedovile che nulla più. E come già s’è detto, ella era fuor di misura bella, e con l’estrema bellezza e leggiadria ed altre sue belle maniere aveva congiunta somma onestà; il che al re fu cagione un tempo d’amarissima vita ed a lei a la fine partorì, come intenderete, eterna gloria. Amando adunque il re più che mai e tutte quelle cose operando per lo cui mezzo la grazia e I’amor d’una donna si deve poter acquistare, e per tutto ciò a nessuna cosa profittevole del suo desiderio pervenendo, quasi che egli si disperava, e d’amare o non volendo o non potendo disciogliersi, né morir sapeva né lo Star in vita punto gli giovava. Erano già più di nove mesi che egli infelicissimamente l’amava, e quantunque volte la vedeva, tutto di nuovo disio ardendo e quella sovra ogni creata cosa amando, non come suddita sua ma come unica del mondo imperatrice onorava e riveriva. Tuttavia egli in tanto si temperava e il freno de l’appetito teneva in mano, che quanto più poteva a tutti gli altri questo suo ferventissimo amore celava e teneva nascoso. Un solo suo fidatissimo cameriera aveva del tutto fatto consapevole, col quale spesse fiate de la donna e de la sua dura rigidezza ragionando, parevagli alquanto le sue amorose passioni alleggerire. Deve in effetto ogni amante esser segreto, perché amore ricerca segretezza e fede, e non solamente esser parco di parole che possino altrui dare cognizione e indizio qual donna egli ami, ma esser anco molto discreto ne l’azioni sue, a ciò che le troppe passate che facesse dinanzi la casa di quella, o gli spessi corteggiamenti con quelle disvolture e smanie spagnolesche non dimostrino al volgo quello che si deve tener segretissimo. Io non voglio per ora ragionar di quelli che, subito che vedeno una donna che piaccia loro, cominciano con più cerimonie, che non si fanno in cappella a Roma, a corteggiarla, e cosi acconciamente si diportano che in meno d’una