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NOVELLA XXXV! 279 Lattanzio scherzava e Paolo, che Nicuola esser pensava, parlar col padre, quasi fuor di sé disse: — Domine aiutami! Io non so s1 io mi dorma o ciò che mi faccia. — Ed incrocicchiate le mani, stava tutto pieno di meraviglia. Paolo, a cui i saporiti baci di Catella eran sommamente piacciuti, disse al padre che gli facesse grazia di maritarlo con la figliuola di Gerardo. Ambrogio, che sapeva non poter aver se non buon parentado, narrò a Gerardo come aveva maritata Nicuola con Lattanzio, pregandolo a voler dar Catella a Paolo per moglie, di modo che questo altro matrimonio si conchiuse. E cosi fuor d’ogni speranza si trovò aver ricuperato il figliuolo ricco e ben maritato, ed anco la figliuola ben collocata. Fece Paolo levar i suoi e le robe da l’osteria, e tenne dui servidori per sé e agli altri sodisfece di maniera che si chiamarono contenti. Erano tutti pieni di gioia, eccetto Gerardo che pur averia voluto la Nicuola; pur a la fine se ne diede pace. I dui amanti con le moglie loro attesero a darsi buon tempo ed oggi anco se lo danno.