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2J2 PARTE SECONDA a questa povera casa, perché son molti di che io desiderava aver occasione di poter ragionar con voi, la quale essendomi di presente data per cortesia vostra, non la voglio perdere. E prima rispondendo a quello che ricercate, vi dico che io di questo vostro garzone non ve ne so render conto, perché, né ieri né molti di sono, è stato qui fanciullo nessuno né giovine, che io mi sappia. E pur lo saperei, se persona cotale stata ci fosse. — Voi dubitate forse — soggiunse Lattanzio — òhe io non dia qualche castigo al paggio per non esser rivenuto a casa; ma io v’impegno quanta fede ho di non dargli fastidio alcuno, pur che mi dica la verità per che cagione ieri non tornò a me. — Non accade affaticarvi in questo — rispose la Pippa, — perché uomo nessuno è in questa casa, né ieri ci fu; e duoimi infinitamente che io non possa circa questo caso farvi servigio, e fareilo volentieri. — Lattanzio, mentre la Pippa seco ragionava, gettava grandissimi sospiri, onde ella gli disse: — Giovine, voi mostrate esser fieramente appassionato, e non è persona, che sentisse questi ardenti sospiri, che non giudicasse che voi foste di questo vostro paggio troppo innamorato. Ma l’aver io altre volte inteso che voi amavate una bella fanciulla, non mi lascia credere che siate cosi nemico de le donne. — Deh — disse Lattanzio, — volesse Iddio ch’io non amassi, ché sarei nel vero più allegro e più contento di quello che ora mi trovo, né pensate ch’io intenda del mio paggio, ché a ciò non penso. Ma parlo d’una giovanetta che io amo molto più che gli occhi miei e vie più de l’anima mia. — E dicendo queste parole, a mal suo grado le calde lagrime gli colmarono gli occhi ed alcuna pure gli bagnò le guancie, e tuttavia egli fieramente sospirava. Parve a la Pippa esserle data l’occasione di tentar quanto già l’era venuto nel pensiero di fare, e gli disse: — Io so troppo bene, figliuol mio, che deve esser vero quanto mi dite, amando voi come dimostrate, e tanto più ne credo la pena dever esser maggiore, quanto che porto ferma openione non esser doglia al mondo più acerba e penace che amare e non esser amato, poi che io so che la giovane che amate, punto non v’ama, anzi più tosto v’odia, per amar altrui più di voi. — E dove sapete voi cotesto, monna Pippa? — le disse alora Lattanzio tutto pien