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266 PARTE SECONDA Catella a par di lei ti parrebbe quasi brutta. E più ti vo' dire, che molte volte m’è venuto in mente che se tu fossi vestito da donna, io direi che saresti quella stessa, cosi mi pare che tu la mi rappresenti in tutto. E credo che da te a lei, quanto a l’età, ci sia una poca differenza. Vero è che ella mi pareva alquanto più grandicella di te. Ma torniamo a parlar di questa ladrona di Catella la quale non mi posso cavar fuor de la fantasia, e giorno e notte sempre penso in lei né ad altro posso rivolger l'animo. Dimmi : datti il core di parlarle e discoprirle intieramente il mio amore? — Farò quanto saperò e potrò — rispose Romulo, — e se io fossi ben certo riceverne la morte, io ci ritornerò. — Ora lasciamo un poco costoro in questi lor maneggi e parliamo di Paolo figliuolo d’Ambrogio, perciò che senza lui l’istoria nostra non si può finire. Avvenne adunque in quel tempo che il tedesco padrone di Paolo parti da Napoli e capitò in Acquapendente, per andarne in Lombardia e poi ne la Magna, che volendo partire da Acquapendente fu sovrapreso da una fiera colica che in tre di lo fece morire. Ma prima che fosse a l’estremo si conobbe morto, e fatto testamento lasciò erede Paolo di quanto aveva. Fece Paolo onoratamente seppellir il padrone e contentò l’oste; poi si mise a traversar il camino a la man destra a la volta d’Esi ove, poco avanti la rovina di Roma mandato dal padre, era stato circa un mese. Giunto ad Esi, che che se ne fosse cagione, non andò altrimenti a casa, ma con suoi carriaggi se n’andò a l’osteria. Quivi fatto scaricar la sua salmeria e datala in guardia a l’oste, si rinfrescò e, lasciati i suoi a l’albergo, si mise tutto solo andar per la città. Egli era per un suo voto vestito di bianco del medesimo modo che era Romulo. Andava Paolo per veder se la casa del padre era aperta: cosi andando egli passò dinanzi a la casa di Catella che era a la finestra, e non le fece cenno nessuno, non sapendo chi ella fosse. Del che la giovane forte se ne meravigliò, tenendo per fermo che egli fosse Romulo, e subito gli mandò dietro la fante a chiamarlo. Era su l’ora di nona e poca gente passava per la contrada. Come la fante il chiamò per Romulo e gli disse: — Deh, venitevene di lungo ché madonna vi chiama, — egli s’avvide che era chiamato e preso in fallo. E tanto più