Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
258 PARTE SECONDA Onde un giorno suor Camilla fu chiamata per parte d'esso Lattanzio. Il che sentendo Nicuola, le parve sentirsi andar per le carni un fuoco che tutta l'infiammò, e tutto ad un tratto seie sparse per le membra un freddo gelo. E certo chi alora l’avesse posto mente, l’averebbe veduta cangiarsi di mille colori, cosi al nome del suo amante si trasmutò. Ella poi andò in luogo ove, senza esser da Lattanzio vista, vedeva lui e sentiva ciò che egli diceva. Onde avvenne che tra l’altre volte che Lattanzio ci andò ed ella al solito luogo pasceva gli occhi de la vista di lui e l’orecchio dei ragionamenti di quello, che egli si dolse assai forte d’un paggio perugino che in quei di gli era in casa morto di febre continova. E dicendo che da lui in tre anni che servito l’aveva era stato tanto ben servito quanto si possa imaginare, si mostrava molto dolente de la perdita, e che se un altro simil ne ritrovasse, che si riputeria felicissimo. Partito ch’egli fu, cadde ne l'animo a Nicuola — vedete se Amore l'aveva concia — di vestirsi da ragazzo e mettersi ai servigi d'esso suo amante; ma non sapendo come procacciarsi le vestimenta da uomo, si ritrovava troppo di mala voglia. Ella aveva una sua mamma di cui aveva ne l'infantile età bevuto il latte, la quale di questo amore era consapevole e ogni di veniva al monastero a vederla. E quando Ambrogio parti, la pregò che spesso la visitasse e, se talora Nicuola voleva, la menasse a casa; il che le monache sapevano. Mandò adunque a domandar questa sua mamma e venuta seco a stretto ragionamento, l’aperse l’intenzion sua. E quantunque Pippa — ché tal era il nome de la balia — assai la persuadesse a levarsi di capo cotal farnetico, dimostrandole il periglio e lo scandalo che ne poteva facilmente nascere, non puoté mai convincerla; onde a casa seco la condusse, ove ebbe il modo di vestirsi come un povero fanciullo, dei panni d’un figliuolo de la Pippa che poco innanzi era morto. E per non dar indugio al fatto, il seguente giorno se n’andò Nicuola, non più fanciulla ma garzone, ne la contrada ove se ne stava il suo amante. Quivi ebbe la fortuna assai favorevole, perciò che Lattanzio tutto solo su la sua porta dimorava. Romulo — ché cosi voleva Nicuola esser detta, — come lo vide, fece buon animo e