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NOVELLA XXXV 245 a torno e che non mi richieda del mio amore con atti che non mi piaceno. Comandategli che non mi dia fastidio e che mi lasci far i fatti miei e attendere come debbo a servirvi; altrimenti io me ne ritornerò a casa mia. — La vedova, udendo questo amor del figliuolo, disse a la giovane che se egli più le diceva nulla, che gli desse buone parole e tenesse con speranza, e che ultimamente gli promettesse compiacergli e gli assegnasse la notte, ne la quale ella si metterebbe in vece di lei nel letto suo e farebbe tal scorno al figliuolo che lo farebbe distorre da questa impresa. La giovane più oltra non pensando fece quanto la padrona l’aveva comandato. La vedova, o ch’ella fosse disonestamente del vietato amor del figliuolo accesa o che pure in effetto gli volesse far un gran romore in capo per fargliene una gran vergogna o che che se ne fosse cagione, fece dar la posta al figliuolo da la donzella e in luogo suo andò e si corcò nel letto. Il giovine, avuta questa promessa, si trovò il più allegro e contento uomo del mondo, e a l’ora deputata andò e appresso a la madre, dispogliatosi, in letto si mise. Era la vedova assai giovane ancora, di trentuno in trentadui anni, e sentendosi il figliuolo appresso e in lei destatosi il concupiscibile appetito, quello non come figliuolo ma come caro amante ne le braccia ricevendo, del suo corpo impíamente gli compiacque. Egli che mai più non era con donna carnalmente giaciuto, non sapendo discerner Tesser d’una vergine da una corrotta, fece valentemente il poter suo ed impregnò la madre quella notte ¡stessa. La quale per levar l’occasione di più tornarvi, essendo pentita de la commessa sceleratezza, mandò il di seguente la donzella a casa d’un suo vicino parente, trovando certe sue scuse; e poi si mise ad essortare il figliuolo che volesse andar a la corte del re Lodovico duodecimo e non perder più tempo a casa, essendo già in età di poter travagliare. Fu cosa facile il persuadere al giovine l’andare in corte; il perché messo da la madre ad ordine di ciò che era bisogno, andò in corte e si mise a servir il re Lodovico. La vedova, come si senti di certo esser gravida, si trovò la più disperata donna del mondo, avendo prima innanzi agli occhi l’enormissimo peccato che commesso aveva,